2 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Stato-Mafia, Giovanni Brusca accusa Mancino: “Il papello era per lui”

Il pentito è stato ascoltato nel carcere romano di Rebibbia e ha puntato il dito contro l’ex capo del Viminale: “Il documento con le richieste di Cosa Nostra allo Stato per fermare le stragi era indirizzato a lui”. E ancora: “L’omicidio di Salvo Lima? Volevamo colpire Andreotti”.
A cura di Biagio Chiariello
2 CONDIVISIONI
Brusca-giovanni

Si aggiunge un altro pezzo al complicato puzzle sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia. E' il pentito Giovanni Brusca, con una dichiarazione tutta da verificare ma destinata indubbiamente a far discutere, a contribuirvi. "L'ultimo destinatario del ‘papello' di Totò Riina era Nicola Mancino". Il papello è il documento con le richieste di Cosa Nostra allo Stato per mettere fine alle stragi mafiose degli anni Novanta (tra cui l'abrogazione del carcere duro contro i mafiosi previsto dal 41-bis), affidato all'ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino all'epoca in cui l'ex presidente del Senato era ministro dell'Interno. Brusca, condannato per tutta una serie di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe di Matteo,  prima strangolare e poi fatto sciogliere nell'acido, ne ha parlato davanti al Gup di Palermo Piergiorgio Morosini. Nel procedimento, Mancino è imputato solo di falsa testimonianza, e ha sempre negato di aver mai saputo nulla dell'esistenza di una trattativa tra Stato e mafia. La sua replica non aggiunge nulla a quanto già affermato nel recente passato:  "Confermo quanto ho sempre sostenuto – ha Mancino presente oggi nell'aula di Rebibbia – cioè che nel periodo in cui ho rivestito la carica di ministro dell'Interno non ho ma ricevuto, da parte di chicchessia, alcuna richiesta di alleggerimento del contrasto, che fu senza quartiere da parte dello dello Stato, alla mafia e alle altre forme di criminalità organizzata".

 "L'omicidio di Salvo Lima? Volevamo colpire Andreotti" – E nello bunker del carcere romano, Brusca ha affermato che Cosa Nostra gli aveva ordinato di uccidere l'ex ministro Calogero Mannino con l'obiettivo di far pressione sullo Stato per ottenere le richieste mafiose, salvo poi revocare l'ordine di morte: "Mi dissero di fermarmi", spiega. Lo stesso Mannino è stato accusato dalla Procura di Palermo di aver trattato con la Mafia nel timore di finire come Salvo Lima. A tal proposito Brusca ha affermato che l'eurodeputato della Dc fu ucciso per colpire indirettamente il capo della sua corrente, Giulio Andreotti. Secondo i magistrati venne assassinato da Cosa nostra perché non avrebbe mantenuto fede ai suoi impegni con i boss sul maxiprocesso. L'agguato nei confronti di Lima avvenne a poche settimane dalle elezioni politiche dell' aprile del 1992. Con riferimento a quel voto, Brusca ha spiegato: "Nell'aprile del '92 non avevamo preferenze politiche e neppure indicazioni. Volevamo solo distruggere la corrente andreottiana".

2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views