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Stamina, i genitori dei piccoli in attesa denunceranno l’ospedale di Brescia

I familiari dei pazienti in attesa delle infusioni denunceranno gli Spedali di Brescia per mancata esecuzione della sentenza del Tribunale.
A cura di Antonio Palma
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I genitori dei piccoli pazienti che sono in attesa per essere curati agli Spedali di Brescia con il metodo Stamina sono pronti a denunciare l'ospedale di Brescia per il non rispetto dei tempi delle procedure, e di conseguenza per i danni di salute causati ai figli. Lo rendono noto i genitori del piccolo Mattia che come tanti altri genitori di bimbi malati e in attesa delle infusioni di staminali denunciano la prolungata attesa tra un'infusione e l'altra che a loro dire di fatto renderebbe nulli gli effetti benefici della cura. In particolare, come ha spiegato la madre di Mattia, Simona Marrazzo, sarà presentata una denuncia per mancata esecuzione della sentenza del Tribunale del lavoro di Napoli e per i danni alla salute provocati dal mancato rispetto dei protocolli previsti dalla cura con cellule staminali adulte. La denuncia sarà presentata anche dai familiari di 34 pazienti, quasi tutti bambini, che sono in lista di attesa nella struttura e si sono riuniti in un coordinamento.

"I tempi previsti nei protocolli del metodo Stamina non sono stati rispettati, né per Mattia né per gli altri pazienti" ha affermato la madre del piccolo, aggiungendo "Per mio figlio, che ha ricevuto la prima infusione il 14 agosto e la seconda il 14 novembre, il limite massimo del 31 dicembre è stato superato abbondantemente. Nel frattempo è peggiorato, ma non per l'inefficacia del metodo quanto per la sua mancata applicazione". Secondo la donna il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, aveva dato la propria disponibilità a praticare l'infusione il 13 gennaio, ma da Brescia non gli avrebbero neanche risposto. "Evidentemente ci sono direttive precise per dimostrare che il metodo Stamina è inefficace e presentarlo come un impostore" attacca la madre di Mattia ricordando che il metodo Stamina elaborato da Davide Vannoni prevede 5 infusioni di cellule staminali adulte prelevate da un genitore oppure da un parente ma che a molti pazienti non è stata praticata neanche la prima.

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