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Stamina, i genitori dei bambini: “Il metodo funziona, riprendere le cure”

Nonostante inchieste e bocciature scientifiche ci sono ancora persone che hanno fiducia in Davide Vannoni, neo candidato alle Elezioni Europee: sono alcune delle famiglie dei pazienti curati con il metodo Stamina: “Il 5 maggio saremo a Brescia per riprendere le cure a costo di buttare giù la porta dell’ospedale”.
A cura di Susanna Picone
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Nonostante l’inchiesta della magistratura di Torino e anche quella di San Marino contro Davide Vannoni in tanti continuano ad avere fiducia nel “padre” del metodo Stamina. Sono i familiari dei pazienti in cura agli Spedali Civili di Brescia. Persone che chiedono, appunto, di riprendere le cure con la controversa procedura. “È palese che Stamina funzioni. Mia figlia affetta da Tay-Sachs adesso si muove, reagisce, quando avrebbe dovuto morire”: così Francesca Azzeni, mamma di uno dei piccoli pazienti di Brescia. Anche Antonio Genova, il papà del piccolo Gioiele, ha confermato che il figlio "sta meglio con Stamina" e ha detto che il 5 maggio sarà nella cittadina lombarda “per chiedere di riprendere le cure a costo di buttare giù la porta dell’ospedale”. Le voci dei genitori dei pazienti sono emerse nel corso della presentazione della lista per le Elezioni Europee “Io Cambio”, in cui è candidato Vannoni. Gioele, il bimbo di 2 anni 4 mesi malato di Sma1, nelle scorse settimane ha ricevuto dal tribunale di Marsala il via libera a proseguire le infusioni preparate secondo il presunto "metodo".

Metodo Stamina, chi si fida ancora di Vannoni?

“Le istituzioni ci ignorano”, è quanto sostiene uno dei genitori dei bambini malati: “Abbiamo chiesto più volte un contatto diretto con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma non ci è mai stata data questa possibilità. Quest'uomo forse a loro fa tanta paura”, così in riferimento a Davide Vannoni. Il presidente di Stamina Foundation, da parte sua, ha parlato di due magistrature, una che vieta e l’altra che ordina: “Non è che una sia cattiva e l’altra buona, sono due punti di vista e credo se la debbano risolvere tra magistrature”. Da un lato c’è infatti l'ordinanza del tribunale di Marsala che dispone la ripresa delle infusioni per il piccolo Gioele entro il 5 maggio, dall'altro il dispositivo di chiusura delle indagini da parte della procura di Torino, che vede Vannoni e altre  persone indagate con accuse che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci pericolosi.

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