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Opinioni

Stadio San Paolo, il regalo di De Magistris al Napoli di De Laurentiis

Ecco il testo della convenzione stipulata tra il Comune e la Società sportiva calcio Napoli per la gestione dello stadio San Paolo di Fuorigrotta. All’epoca la squadra militava in serie C. Il 30 giugno questo patto scade e De Laurentiis preme per la proroga. Ma con una società che oggi macina milioni, lotta per scudetto, Coppa Italia e gioca in Champions League. Il sindaco De Magistris è combattuto: firmare questo patto vantaggioso per il club e rischiare la scure della Corte dei conti o lasciare scontenti i tifosi dopo aver promesso addirittura un nuovo stadio di calcio?
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stadio san paolo di napoli

«Confermo che siamo sulla buona strada. Si arriverà alla proroga della convenzione». Luigi De Magistris ama parlare in radio, come un deejay. E quindi non al Consiglio comunale, ma sulle frequenze di una emittente radiofonica napoletana, annuncia che il Comune di Napoli prorogherà la convenzione col Calcio Napoli per l'utilizzo dello stadio San Paolo di Fuorigrotta. Un percorso ad ostacoli durato un anno, quello che porterà alla proroga: la squadra presieduta da Aurelio De Laurentiis aveva un debito milionario con l'Amministrazione comunale, saldato soltanto pochi giorni fa: "Il Napoli, come aveva anticipato nei giorni scorsi – si legge in una nota della società – ha immediatamente predisposto il pagamento non appena sono arrivate le fatture da Palazzo San Giacomo". Il debito della società di Aurelio De Laurentiis nei confronti del Comune era stato oggetto nelle scorse settimane anche di un provvedimento cautelare della Corte dei Conti che aveva bloccato oltre cinque milioni sui conti correnti del club azzurro in seguito a un esposto presentato da tre consiglieri comunali, provvedimento poi revocato dalla stessa magistratura contabile, che aveva accolto le controdeduzioni presentate dal club azzurro circa una fatturazione poco chiara da parte dell'Ente pubblico. E ora?

Lo stadio San Paolo al Calcio Napoli: ecco le condizioni

Insomma, il Comune concederà l'utilizzo dell'impianto sportivo, l'unico di Napoli (anzi, in Campania) abilitato alle partite di calcio internazionali, agli stessi patti e condizioni che furono stipulati a suo tempo, nel lontano 2005. All'epoca il club si chiamava "Napoli Soccer": aveva cambiato nome perché era risorto dalle ceneri del drammatico crac finanziario e militava in serie C. In quel periodo il Consiglio comunale decise di dare un segnale di vicinanza alla squadra e di concedere l'impianto a condizioni molto vantaggiose. È tutto nero su bianco : Fanpage.it ha recuperato e messo online la convenzione originaria stipulata tra Comune di Napoli e società sportiva Calcio Napoli. Questo patto di "concessione in uso di bene patrimoniale indisponibile" come si può leggere è piuttosto vantaggioso per il concessionario. L'Ente pubblico paga le manutenzioni ordinarie e straordinarie che rendono il bene patrimoniale di sua proprietà compatibile coi match internazionali che gioca il club privato (e dal quale guadagna solo il club privato). La gestione della pubblicità sull'impianto (che riguarda quella cartellonistica, fonica, video) ha un patto fortemente vantaggioso per la squadra azzurra: appena il 4% degli introiti va all'Amministrazione comunale, esclusi gli introiti per la vendita delle pubblicità installate nelle aree coperte dal campo (spogliatoi, salette riservate, bouvette, eccetera). De Laurentiis è proprietario di tutti i diritti di riproduzione, commercializzazione e proiezione delle immagini girate al San Paolo di Fuorigrotta senza dovere un cent all'Ente pubblico. Per il campionato di calcio la SSC Napoli paga il 6% sugli incassi netti delle partite di serie A Tim e di Champions League (articolo 12) e il 6% sugli abbonamenti fino ad un tetto massimo di 100mila euro. Quali gli obblighi a carico del "concessionario", ovvero del club azzurro di Hamsik e Higuain? Manutenzione del terreno di gioco, salette riservate, spogliatoi, biglietterie, servizi igienici e così via (Articolo 3 della convenzione). Palazzo San Giacomo invece paga la fetta più consistente dei soldi che "brucia" il vecchio stadio cittadino, edificato nel 1959: la manutenzione dell'impianto e delle coperture realizzate nel 1990 in occasione dei Mondiali di Calcio in Italia. Il Comune si occupa altresì di mantenere la viabilità nella zona con circa 120 agenti di Polizia Municipale per ogni partita, pagando i relativi straordinari agli agenti, paga la pulizia dell'impianto, dispone col suo personale (60 addetti) l'apertura e la chiusura dei cancelli, paga l'acqua, il gas per gli impianti di riscaldamento e l'energia elettrica. Gli steward sono a carico della SSC Napoli ma ci sono lamentele da parte della Polizia di Stato che accusa la società sportiva di giocare al ribasso e non assumere abbastanza security interna. Dulcis in fundo, l'eterna questione dei tabelloni nell'impianto: De Laurentiis nella convenzione aveva garantito l'installazione di due display per informare sui tempi della partita e sul risultato. Il patron di Filmauro ha invece installato un mini dispositivo da tutti ritenuto assolutamente inadeguato allo scopo. Il Napoli ha anche in esclusiva l'utilizzo del parcheggio a raso da 250 posti su via Claudio e concede al Comune 160 posti nella Tribuna Autorità (quelli destinati ai consiglieri comunali attraverso l'ufficio Cerimoniale).

Patto De Magistris-De Laurentiis: ristrutturazione dello stadio San Paolo

Il 30 giugno, data della scadenza del patto fra Comune e SSC Napoli, è dietro l'angolo. Il capo di Gabinetto di Palazzo San Giacomo Attilio Auricchio, fedelissimo del sindaco Luigi de Magistris e al tempo stesso ritenuto ottimo interlocutore da De Laurentiis, è stato il grande mediatore per un accordo che sarà evidentemente tutto a vantaggio del club azzurro nel breve periodo. Dall'altra parte ci sono per il Napoli Calcio l'amministratore delegato Andrea Chiavelli e il capo delle operazioni, vendite e marketing, Alessandro Formisano, ma è chiaro che è il patron di Filmauro l‘uomo che decide e gestisce ogni passo nella trattativa. Il suo obiettivo è chiaro: incassare la proroga (e non per un anno, ma per almeno 24-36 mesi) agli stessi patti e condizioni. E poi? Poi concedere qualcosa sulla ristrutturazione dello stadio San Paolo, obiettivo cui il Comune in cronica assenza di fondi, ambisce ma al tempo stesso garantirsi la totale gestione dello stadio. Per sempre. L'ipotesi dell'accordo-ponte con proroga più un project financing per rifare il catino di Fuorigrotta e affidarlo alla società sportiva per 99 anni compresi i diritti di superficie – dunque di fatto consegnarlo al cento per cento in mano a De Laurentiis – è una ipotesi che al presidente del Napoli ovviamente piace molto. Un ostacolo potrebbe essere rappresentato dalla Corte dei Conti: la magistratura contabile ha acceso i fari da tempo sulla gestione del patrimonio immobiliare dell'Ente. Un "regalo" non sarebbe tollerato. Ma come spiegare altrimenti la proroga di un contratto firmato quando il Calcio Napoli militava in serie C oggi, quando invece il club lotta per scudetto e Coppa Italia ed ha garantito l'accesso alla Champions League? "La convenzione che firmeremo non sarà una semplice proroga, ci saranno novità significative – insiste Luigi de Magistris, per spazzar via ogni dubbio circa un gentile cadeaux alla squadra della città -. Ci sarà l'impegno formale, nero su bianco, del piano di realizzazione del rinnovo dell'intera struttura – insiste De Magistris – Al San Paolo ci sono anche altre strutture sportive, verrà riqualificato tutto". Sarà così?

La convenzione tra SSC Napoli e Comune di Napoli (PDF)

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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