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Caso Signorini-Corona

Caso Corona-Signorini: le due denunce, l’ipotesi di un’altra indagine e l’ombra del “Me Too italiano”

Fabrizio Corona parla di “una nuova indagine” più ampia che riguarderebbe Alfonso Signorini e sarebbe volta a lanciare a tutti gli effetti quello che ha battezzato come il Me too italiano. Le denunce, dopo quella di Antonio Medugno, salirebbero a due e le mosse che avrebbero “aperto un vaso di Pandora” finiscono sotto la lente.
A cura di Eleonora D'Amore
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Un fascicolo per revenge porn già aperto, a carico di Corona, e "una nuova indagine" più ampia che potrebbe partire nelle prossime settimane e che sarebbe volta a lanciare a tutti gli effetti quello che l'ex re dei paparazzi ha battezzato come il Me too italiano. È questo lo scenario giudiziario che si sta delineando dopo la denuncia nel format Falsissimo del "Sistema Signorini", esploso sui social e finito ora all’attenzione della Procura di Milano.

L’indagine iniziale riguarda la querela per revenge porn presentata da Alfonso Signorini contro Fabrizio Corona, a seguito della pubblicazione di foto, video e chat a contenuto sessualmente esplicito mostrate nella puntata di Falsissimo su Youtube. Un fascicolo che ha già portato, nei giorni scorsi, a perquisizioni e sequestri di materiale digitale da parte della Squadra mobile e della Polizia postale.

Fabrizio Corona, assistito dall’avvocata Cristina Morrone dello studio legale di Ivano Chiesa, ha chiesto di essere interrogato dai pm Letizia Mannella e Alessandro Gobbis. Al termine del colloquio, ha dichiarato che il revenge porn "non sussiste" e che l’indagine a suo carico sarebbe destinata all’archiviazione.

Secondo quanto riferito da Corona, solo pochi minuti dell’interrogatorio sarebbero stati dedicati all’ipotesi di revenge porn, mentre oltre un’ora avrebbe riguardato quello che lui definisce il “sistema Signorini”: un presunto meccanismo di favori sessuali in cambio di opportunità televisive legate al Grande Fratello e al GF Vip.

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Sostiene inoltre di aver consegnato ai magistrati numerose testimonianze, chat e materiale fotografico, affermando che sarebbero pronte almeno due denunce contro il conduttore Mediaset. Una di queste dovrebbe essere presentata da Antonio Medugno, ex concorrente del GF Vip 2021-2022, che si è affidato a Corona nello spazio a pagamento di Falsissimo per parlare di violenza sessuale e tentata estorsione.

Le eventuali denunce, se formalizzate, verranno vagliate dalla Procura, che dovrà verificare la fondatezza dei racconti, la datazione dei fatti e la qualificazione giuridica delle ipotesi di reato. Al momento, nessuna nuova indagine risulta formalmente aperta nei confronti di Signorini. L'unica risposta del conduttore del GF è affidata alla querela che ha fatto finire Corona sotto indagine. Una mossa che, secondo quest'ultimo, avrebbe però "aperto un vaso di Pandora".

Nel frattempo, il Codacons, insieme all’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, ha annunciato il deposito di un esposto alla Procura di Milano, all’Agcom e al Garante per la Privacy, chiedendo di fare chiarezza sul caso "nell’interesse pubblico alla trasparenza e legalità del sistema televisivo".

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Corona ribadisce che la sua iniziativa non sarebbe dettata da vendetta, ma dalla volontà di far emergere presunti comportamenti illeciti legati a un ruolo di grande potere mediatico. Il suo obiettivo dichiarato è quello di trasformare l’inchiesta a suo carico in una sorta di “Me Too italiano”.

"Mi arrabbio con chi dice che faccio le cose per vendetta. Io non ho vendette contro nessuno", così Fabrizio Corona al termine dell’interrogatorio in Procura a Milano, "Non sono stato in Procura per la mia indagine, ma per un’altra che si aprirà a breve", facendo riferimento a presunti reati gravi che attribuisce al conduttore Mediaset e che, a suo dire, andrebbero avanti da circa dieci anni.

Corona ha spiegato che la scelta di dedicare una puntata del format Falsissimo al cosiddetto “sistema Signorini” nasceva da tempo, ma ha preso forma dopo aver visto il conduttore in televisione presentare il suo libro Amami quanto io t’amo: "Mi sono detto: ci vuole un bel coraggio". Da lì, sarebbe partita una lunga attività di raccolta di materiale, che gli avrebbe consentito di recuperare "migliaia di chat e migliaia di prove" e "alcune sue foto clamorose". Al momento, l’unico procedimento formalmente avviato resta però quello per revenge porn a suo carico.

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