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Sotto sorveglianza, fugge per amore. E il giudice lo “perdona” (o quasi)

Viola le disposizioni dell’autorità giudiziaria che gli imponevano di rimanere a Brindisi, per raggiungere la fidanzata. Il “fuggitivo”, condannato a dieci mesi dal giudice, si giustifica: “A Cisternino faceva anche meno caldo”.
A cura di An. Mar.
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È una storia curiosa quella che arriva dalla Puglia e che viene ribattuta in queste ore da agenzie e media. Un uomo di quarantadue anni, Claudio Calò, è stato infatti condannato a 10 mesi di reclusione per essersi allontanato dal territorio di Brindisi, violando così le disposizioni del  tribunale che gli imponevano di non lasciare la città. E fin qui, poco o nulla di strano, evidentemente. La peculiarità della notizia risiede invece nelle giustificazioni addotte dall'uomo davanti al giudice di Sorveglianza. Calò ha infatti asserito di essersi allontanato dal territorio di Brindisi per raggiungere la fidanzata nella vicina località di Cisternino.

Si è trattato dunque di una "fuga d'amore" con in più un'altra attenuante "meteorologica". A Brindisi faceva troppo caldo, ha spiegato Calò, che avrebbe violato gli obblighi imposti solo per trovare un po' di sollievo dall'afa e per ricongiungersi con la sua compagna. Motivazioni che non hanno convinto in pieno il giudice monocratico Annamaria Almiento, che ha deciso comunque di condannare il sorvegliato a dieci mesi di carcere, accettando il patteggiamento proposto dalla difesa. calò sconterà la pena agli arresti domiciliari. Al fresco.

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