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Siria, la minaccia di Assad: “Aleppo deve essere ripulita”

Il presidente siriano ha spiegato come una vittoria ad Aleppo rappresenterebbe un trampolino di lancio per vincere la guerra.
A cura di Davide Falcioni
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"Ripulire Aleppo". Due parole che suonano come una condanna a morte per migliaia di civili e che sono state pronunciate ieri dal presidente siriano Bashar al-Assad, autore negli ultimi mesi – anche grazie al sostegno della Russia – di massicci bombardamenti su una città sotto assedio in cui ancora vivono almeno 250mila persone. Secondo il leader siriano una vittoria su Aleppo rappresenterebbe un trampolino di lancio decisivo per una vittoria del conflitto in corso da cinque anni: da lì, infatti, l'esercito siriano potrebbe muoversi verso altre città e liberarle dai cosiddetti "terroristi", come vengono definiti i ribelli che, a vario titolo, combattono contro il regime di Damasco. "Bisogna ripulire Aleppo, rispedire i terroristi da dove vengono o ucciderli. Non abbiamo altra scelta".

In realtà diverse fonti hanno documentato come l'aviazione del regime di Damasco – sostenuta dagli aerei da guerra russi – abbia provocato almeno 150 morti civili in una settimana . Solo nella giornata di ieri almeno 13 persone sono morte in una zona della città controllata dai ribelli di al-Kalaseh, Bustan al-Qasr e al-Sakhour. Altri bombardamenti hanno però causato stragi anche nei giorni precedenti: i raid hanno ucciso decine di persone nei mercati e persino nelle scuole.

L'aumento delle vittime ad Aleppo – città in larga parte ridotta in macerie – hanno spinto la comunità internazionale a protestare contro il regime di Assad e dato nuovo slancio alla ripresa dei negoziati tra Stati Uniti e Russia, con Washington fortemente determinata a chiedere a Mosca un cessate il fuoco. Se ciò non dovesse avvenire non è da escludere un coinvolgimento ancora maggiore delle forze della Coalizione Internazionale, che potrebbero tornare ad essere protagonista anche su Aleppo a sostegno dei ribelli e contro la Russia.

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