Sicilia, arrestati tre “trafficanti di migranti”. Si spacciavano per “business man”
Tre uomini nordafricani sono stati arrestati dalla polizia di Palermo e Agrigento e dovranno risponder dell'accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata dalla transnazionalità. I tre extracomunitari secondo gli inquirenti erano veri e propri "mercanti di esseri umani" ed "hanno organizzato una serie di viaggi della speranza a bordo di gommoni, provenienti da porti libici, che, in più soluzioni, hanno raggiunto, attraversando il Canale di Sicilia, le coste siciliane". Gli investigatori si riferiscono a episodi che si sono verificati lo scorso anno: secondo i magistrati i trafficanti, dietro il pagamento di un corrispettivo di 2.400 dollari per ciascun migrante, promettevano il raggiungimento, attraverso la Sicilia, di mete nord europee.
In manette anche l'organizzatore di uno dei viaggi tra la Libia e Lampedusa in cui, nel febbraio scorso, persero la vita quasi 300 migranti a causa di un naufragio in alto mare. Per quella tragedia i corpi di sole 29 persone vennero recuperati. I tre uomini arrestati secondo gli inquirenti sarebbero anche responsabili di avere favorito la fuga di molti migranti dai centri di accoglienza, garantendo supporto logistico per spostarsi mantenendo la clandestinità. In queste ore sono in corso ricerche per la cattura di un quarto extracomunitario attualmente latitante. A coordinare le indagini sono i pm Geri Ferrara, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri.
Stando a quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche i trafficanti di uomini che organizzavano le traversate dei disperati dalla Libia alla Sicilia si vantavano di essere dei "business man", uomini d'affari. I migranti non potevano mettere piede sui gommoni se non pagavano prima la somma pattuita, pari mediamente a circa 2.000 dollari per affrontare il viaggio dalla Libia all'Italia.
