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Shinzo Abe fa la storia: il premier giapponese dopo 75 anni visita Pearl Harbor

Il primo ministro conservatore, per la prima volta nella storia, è giunto nel luogo dove l’aviazione nipponica lanciò il terribile e improvviso attacco alla flotta americana del Pacifico il 7 dicembre 1941, accompagnato da Barack Obama: “La mia presenza qui ispirata all’auspicio di non rivivere ancora gli orrori di una guerra”.
A cura di Ida Artiaco
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Il premier giapponese Shinzo Abe depone una corona di fiori al cimitero di Pearl Harbor
Il premier giapponese Shinzo Abe depone una corona di fiori al cimitero di Pearl Harbor (Getty).

Quella del 26 dicembre 2016 è una giornata che resterà nella storia. Il premier giapponese conservatore Shinzo Abe ha visitato Pearl Harbor, alle Hawaii, per la prima volta a 75 anni di distanza dal famoso e improvviso attaccato della Marina imperiale nipponica alla base militare americana. Era il 7 dicembre 1941, quando gli aerei della potenza orientale iniziarono a colpire la flotta del Pacifico a stelle e strisce, con un bilancio impressionante di 2.386 morti, di cui 55 civili, e 1.139 feriti, provocando di fatto la discesa in campo degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Una visita, questa, alla presenza del presidente Usa Barack Obama, destinata a rinsaldare ulteriormente i rapporti recenti tra i due Paesi.

Dopo aver depositato una corona di fiori al cimitero nazionale di Honolulu, dove sono sepolti 50mila militari statunitensi morti durante i conflitti del Pacifico e della guerra del Vietnam, Abe, accompagnato dal ministro degli Esteri e da quello della Difesa, si è inoltre recato al cimitero di Makiki, edificato per i giapponesi emigrati sull'isola. Altri primi ministri giapponesi sono stati a Pearl Harbor, ma l'attuale premier conservatore sarà il primo a rendere omaggio al celebre memoriale della "Uss Arizona", i resti della corazzata Usa in cui giacciono intrappolati i resti di quasi duemila marinai che non riuscirono a salvarsi dal bombardamento a tradimento dell'aviazione nipponica. Si tratta di una risposta al presidente Obama che lo scorso maggio, a sua volta, si era recato a Hiroshima, dove il 6 agosto 1945 gli americani sganciarono la prima bomba atomica. "La mia presenza qui – ha spiegato Abe – è ispirata all'auspicio di non rivivere ancora gli orrori di una guerra. Insieme al presidente Obama esprimerò al mondo questo impegno per il futuro ed in nome della riconciliazione".

Attacco a Pearl Harbor: cosa avvenne il 7 dicembre 1941

https://www.youtube.com/watch?v=QsxywOwyOJg

Il momento dell'attacco nipponico a Pearl Harbor è rimasto nella storia. Da allora infatti gli Stati Uniti, colpiti al cuore dal nemico, decisero di entrare attivamente nella Seconda Guerra Mondiale e di uscirne vincitori. Alle 07:48 del 7 dicembre 1941 aerei giapponesi cominciarono un bombardamento improvviso contro la base militare americana, sede della Flotta del Pacifico, a Oahu, una delle otto isole principali delle Hawaii. All'epoca il conflitto era già cominciato. La Germania combatteva contro l'Unione Sovietica, mentre il Giappone continuava la sua politica di espansione nel Sudest asiatico. L'America se ne stava ancora in disparte. L'attacco da parte della potenza orientale aveva l'obiettivo di rendere gli americani incapaci di reagire agli ulteriori attacchi giapponesi alle colonie in Indocina e nelle Filippine, aree necessarie al Giappone per il rifornimento delle materie prime.

Gli aerei dell'aviazione giapponese protagonisti del bombardamento a Pearl Harbor furono 350. Anche se l'attacco durò poco più di un'ora e mezza, furono distrutte e danneggiate 18 navi, 188 aerei, mentre 2.386 furono i morti e 1.139 i feriti. Il giorno dopo, l'allora presidente Franklin D. Roosvelt in un celebre discorso rimasto nella storia, definì il 7 dicembre 1941 "un giorno che vivrà nell'infamia". L'episodio brucia ancora nella memoria degli americani, che ne hanno fatto anche un film, intitolato proprio "Pearl Harbor", diretto da Michael Bay e con protagonisti Ben Affleck e Kate Beckinsale, campione d'incassi al botteghino tra il 2001 e il 2002 e che proprio nei giorni del 75esimo anniversario della strage è stato riproposto in tv anche in Italia.

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