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Roma a rischio emergenza rifiuti dopo sentenza TAR

Sentenza del TAR che blocca l’invio di rifiuti nei Tmb di altre città laziali.
A cura di Redazione
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I rifiuti di Roma non potranno più essere sversati negli impianti di trattamento «Tmb» fuori della Capitale. E' quanto ha stabilito la seconda sezione bis del Tar del Lazio che ha bocciato in parte i due decreti emanati a gennaio e a marzo dall'ex ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. Il Ministero dell'Ambiente, attraverso l'avvocatura dello Stato, presenterà ricorso al Consiglio di Stato.

Il ricorso al Tar era stato presentato dal Comune di Albano, in provincia di Frosinone e dalla società Saf (che gestisce il Tmb di Colfelice). Tutto nasce in seguito alla decisione dell'allora ministro Clini di inviare circa 450 tonnellate giornaliere di rifiuti negli impianti Tmb di Albano, Colfelice e Viterbo. L'aveva stabilito attraverso due due decreti, nel primo era contenuta anche la nomina di Goffredo Sottile a commissario all'emergenza rifiuti. Questi, da decreto, doveva individuare una serie di impianti Tmb fuori Roma e inviare lì una quota di rifiuti indifferenziati che i 4 Tmb di Roma non riescono a trattare. Sottile decise per gli impianti di Albano, Colfelice e Viterbo. Nonostante la decisione del Tar, l'Ama comunque continuerà a portare la spazzatura nei suddetti Tmb fino a disposizione ufficiale che indichi altre soluzioni.

I rifiuti, dopo il trattamentto, tornano a Roma per essere ammassatti a Malagrotta – la cui chiusura è stata prorogata al 30 settembre -. Ad ora non è ancora chiaro dove saranno poi stoccati i rifiuti.

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