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Rimini, arrestati due imprenditori italiani: avevano ridotto in schiavitù 18 rom

I due imprenditori avevano assunto – come soci lavoratori – 18 rom in una cooperativa di smaltimento rifiuti. Ogni dipendente, tuttavia, per lavorare doveva versare 70 euro al giorno.
A cura di D. F.
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Un'operazione condotta dalla Polizia Municipale di Rimini e dal reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza ha portato all'arresto – con l'accusa di estorsione – di due imprenditori romagnoli, che hanno tratto guadagni molto alti ed impropri dallo sfruttamento del lavoro di alcuni cittadini di etnia rom, utilizzati da una cooperativa sorta per legalizzare la loro attività di "raccoglitori" di ferro e altri metalli. Agli arresti sono finiti Marcello Spasa, 46enne cesenate titolare di un'azienda di smaltimento rifiuti, e Davide Geraldi, 39enne riminese di etnia sinti.

I due, ai vertici della società cooperativa Metalcoop di Gambettola, avevano obbligato i 18 soci lavoratori – tutti di etnia rom che volevano regolarizzare la loro posizione professionale – a versare ben 70 euro al giorno per 5 giorni alla settimana, anche in caso di assenza, ferie o malattia. Se non avessero pagato l'ingente somma sarebbero stati licenziati. Gli inquirenti hanno scoperto che il denaro che i dipendenti pagavano serviva a "compensare" le spese di contribuzione previdenziale, il pagamento delle tasse e la gestione della cooperativa.

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