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Rimborsi elettorali, Camere non chiedono di farsi risarcire dai Bossi

Presidenza del Senato e della Camera per ora non chiederanno i danni a Umberto Bossi e alla sua famiglia. L’invito partito dal gup Carlo De Marchi per costituirsi parte civile non è stato accolto.
A cura di S. P.
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Al momento da Roma non è arrivato nessun segnale per costituirsi parte civile nel processo in cui l’ex leader della Lega Nord Umberto Bossi, i suoi figli Riccardo e Renzo, e l’ex tesoriere Francesco Belsito sono accusati a vario titolo di aver incassato 40 milioni di euro. Camera e Senato non chiederanno i danni alla famiglia Bossi. Come ricostruisce il quotidiano Repubblica, l’invito che era partito lo scorso 15 settembre dal gup di Milano Carlo De Marchi per costituirsi parte civile non è stato, appunto, accolto. All’apertura dell’udienza preliminare né la presidenza della Camera né quella del Senato hanno infatti dato mandato all’Avvocatura dello Stato per partecipare al probabile processo. La Lega Nord si è invece costituita parte civile contro tutti gli imputati tranne i tre della famiglia Bossi.

Soldi utilizzati per spese private della famiglia Bossi – Camera e Senato sono state individuate come parte lesa nel processo in cui la famiglia Bossi e Belsito sono accusati a vario titolo di aver ottenuto indebitamente come Lega Nord rimborsi elettorali tra il 2008 e il 2009. Umberto Bossi e i figli Renzo e Riccardo sono accusati di appropriazione indebita per aver prelevato denaro dai fondi ottenuti dal partito. Come accertato dai magistrati, Umberto Bossi e i figli utilizzavano soldi della Lega per le spese private della loro famiglia.

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