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Riforma Rai, via libera del Governo al disegno di legge

I punti principali della riforma sono un cda a 7 membri e un ad con poteri rafforzati.
A cura di Antonio Palma
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Via libera del Consiglio dei Ministri alla tanto annunciata riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Si è trattato di un Cdm breve, durato poco meno di un'ora e mezza. La riunione iniziata alle 16.45, è terminato infatti poco dopo le 18. "Non ci saranno colpi di scena. Il testo non si discosta da quanto uscito finora" avevano assicurato fonti vicine al governo poco prima dell'inizio del 54esimo Consiglio dei Ministri dell'esecutivo Renzi, confermando i punti centrali del disegno di legge già annunciati nei giorni scorsi. Il ddl che cerca di ridisegnare il futuro dei vertici di viale Mazzini ha lo scopo dichiarato di sostituire il sistema di governance attuale della Rai con un consiglio di amministrazione più snello e un vertice con più ampi poteri rispetto ad oggi sullo stile degli amministratori delegati delle società private.

Il ddl di riforma della Rai

Il disegno di legge di riforma della Rai infatti prevede un consiglio di amministrazione formato da soli sette membri di cui quattro espressi dal parlamento, uno dall'azionista, cioè dal ministero dell'Economia, e uno che rappresenta i dipendenti. Per quanto riguarda la revoca dei membri del cda sarà proposta dall’assemblea, avrà efficacia solo con un parere favorevole della commissione di vigilanza. Altro punto centrale è un amministratore delegato con pieni poteri che superi l'attuale gestione che vede un doppio binario tra consiglio di amministrazione e direttore generale. Nella nomina dell'ad dovrebbe essere coinvolto oltre al Tesoro, vale a dire il governo, anche il cda, come già avviene ora per il direttore generale. L’ad rispetto al direttore generale di oggi potrà gestire spese fino a 10 milioni di euro e potrà decidere da solo sulle nomine dei dirigenti apicali.

Renzi: "Difficile abolire il canone"

"Nel ddl ci sono alcune piccole modifiche della governance della Rai che offriamo al dibattito parlamentare: nessuno di noi vuole mettere le mani sulla Rai, la tesi contraria cozza con la realtà. È il contrario. Se la maggioranza vuole mettere le mani sulla Rai, basta che stia ferma e si affidi alla legge Gasparri", lo ha affermato il Premier Renzi al termine del Cdm, aggiungendo: "Nella riforma Rai diamo al futuro capo azienda qualche potere e qualche responsabilità in più. Anche la Rai deve essere liberata dal dibattito frustrante tra singole forze politiche. La Commissione parlamentare di vigilanza deve essere mantenuta: ma deve solo vigilare e controllare". "Abbiamo riflettuto sulla possibilità di eliminare il canone, ma è una cosa molto difficile. Il governo successivamente elaborerà una scelta e poi farà una proposta. Nel ddl sulla Rai approvato oggi infatti c’è una delega a sciogliere questo nodo, vogliamo far sì che non ci sia un’evasione per cui cittadini onesti lo pagano e altri rifiutano di farlo" ha concluso Renzi.

Riorganizzato anche il Ministero della giustizia

Nel corso del riunione odierna il Consiglio dei ministri ha anche approvato la riorganizzazione del ministero della giustizia. "Con la riorganizzazione del ministero della Giustizia si otterrà un risparmio annuo di 64 milioni di euro" ha spigato il ministro della giustizia, Andrea Orlando, sottolineando che "da settembre gli uffici giudiziari non saranno più gestiti dai comuni ma dal ministero". "A giugno è partito il processo civile telematico. Il ministero ha acquisito fondi strutturali per 100 milioni per l'informatizzazione del processo penale. Oggi è poi il giorno in cui si chiude il bando della mobilità e 1031 persone passeranno dalle province alle cancellerie, si tratta della più grande iniezione di forze nel sistema giustizia degli ultimi anni" ha ricordato Orlando.

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