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Rai, la riforma di Renzi: si pensa al manager unico nominato dal governo

La riforma della Rai sarà presentata al prossimo Consiglio dei ministri come disegno di legge.
A cura di Antonio Palma
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Un manager unico con ampi poteri e nominato direttamente dal governo, sarebbe questo uno dei punti fondamentali della nuova riforma della Rai su cui da giorni sta lavorando l'Esecutivo del Premier Matteo Renzi. Come rivela Repubblica, infatti, il Presidente del Consiglio sembra intenzionato a far diventare Viale Mazzini molto più simile un'azienda privata attraverso un vertice più snello e di nomina governativa che abbia poteri sostanziali sull'emittente radiotelevisiva pubblica. In pratica si tratterebbe di snellire il consiglio di amministrazione attuale, che potrebbe essere dimezzato, e soprattutto di dare il via libera ad un amministratore delegato per superare l'attuale gestione che vede un doppio binario tra consiglio di amministrazione e direttore generale. Secondo le indiscrezioni del quotidiano, nel progetto del governo inoltre la commissione parlamentare di Vigilanza Rai resterebbe solo come organo di controllo, ma non avrebbe più il compito di nominare i membri del consiglio di amministrazione come avviene oggi. Infine potrebbe nascere un consiglio di sorveglianza con il compito di eleggere i membri del consiglio di amministrazione.

Allontanare i partiti dala Rai

L'obiettivo dichiarato è quello di allontanare i partiti dall'amministrazione diretta della Rai, ma la nomina governativa del manager dell'azienda sicuramente sarà destinata a far discutere. Ad ogni modo ci sarà molto da dibattere in Parlamento visto che, come annunciato da Palazzo Chigi, lo strumento per la riforma Rai sarà un disegno di legge governativo e non un decreto. Il governo comunque non ha intenzione di perdere troppo tempo e vuole portare a casa la riforma in tempi brevi. "In settimana iniziamo l'esame in Consiglio dei ministri per chiuderlo velocemente. Poi la palla passa al Parlamento con lo stesso metodo della scuola" ha scritto infatti Renzi domenica, spiegando che le trattative sono aperte a chiunque voglia dialogare, "ma se ci vogliono far perdere tempo possono accomodarsi tranquillamente altrove"

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