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“Residui di plastica nel latte dei neonati e nel cibo delle mense”

La nuova inchiesta di Report mette in luce la questione degli additivi della plastica nel latte per neonati e nel cibo delle mense scolastiche e ospedaliere. In attesa di una nuova normativa Europea alcuni paesi hanno deciso di vietare l’uso di contenitori per i cibi mentre altri come l’Italia restano in attesa.
A cura di A. P.
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Altro che cibi spazzatura o oggetti strani nei piatti dei piccoli alle mense scolastiche, nel cibo che diamo ai bimbi tutti i giorni ci sarebbero svariati residui di plastica provenienti dagli innumerevoli contenitori in cui vengono messi. È  quanto ha scoperto una ricerca del dipartimento di agraria dell’Università di Napoli Federico II e riportata dalla trasmissione tv Report in onda questa sera su Rai3. Il team di ricercatori, diretto dalla professoressa Teresa Cirillo, infatti durante le analisi su diversi campioni di prodotti alimentari per bimbi ha constatato tracce di ftalati nei pasti serviti nelle mense scolastiche e persino nel latte liquido e in polvere per i neonati, trovando in quest'ultimo caso anche del bisfenolo A.

In realtà sono tutte cose non contrarie alla legge che fissa dei limiti per i residui di plastica nei cibi ma incredibilmente prendendo in considerazione solo gli adulti senza valutare i rischi per i più piccoli che ovviamente sono molto più vulnerabili. Come sottolinea Report, l'autorità per la sicurezza alimentare europea, l'Efsa, infatti ha fissato una dose limite giornaliera tollerabile prendendo però come campione un adulto di 60 chilogrammi.

Si è arrivato quindi ad un paradosso per cui il Bpa, cioè il bisfenolo A, è stato vietato per legge in alcuni oggetti per bambini come ciucciotti e biberon ma non nelle confezioni per il cibo destinato a questi. Per questo motivo il Parlamento europeo  ha chiesto alla Commissione Ue di vietarlo del tutto nei materiali a contatto con gli alimenti. Nell’ultimo parere di gennaio, anche l’Efsa ha ridotto la dose giornaliera tollerabile del BPA da 50 a 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo, impegnandosi a fare una nuova valutazione nel 2017. In attesa di una norma Europa comune, alcuni paesi europei  come il Belgio e la Danimarca però hanno deciso di agire autonomamente vietando il  Bpa dai contenitori di alimenti destinati ai bambini con meno di tre anni, mentre altre nazioni rimangono a guardare come l'Italia

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