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Renzi: “Per aiutare gli italiani in crisi serve il lavoro di cittadinanza, non il reddito”

In un’intervista concessa al quotidiano Il Messaggero, l’ex presidente del Consiglio ha annunciato di essere intenzionato a “rivoluzione il Welfare italiano” e a proporre non un reddito di cittadinanza, ma bensì un “lavoro di cittadinanza” che possa permettere agli italiani in difficoltà di uscire dalla crisi.
A cura di Charlotte Matteini
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Di ritorno dal viaggio negli Stati Uniti, l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato, in un'intervista concessa al quotidiano Il Messaggero, di essere intenzionato a proporre un piano per il rilancio del Welfare italiano. "In questo tempo di forti cambiamenti dobbiamo rivoluzionare il nostro welfare", ha spiegato Renzi, sottolineando però di rimanere contrario al reddito di cittadinanza "che nega il primo articolo della Costituzione" ma di propendere per un piano che permetta di offrire invece "un lavoro di cittadinanza". Secondo quanto riportato dal Messaggero, il quotidiano, il governo Gentiloni sarebbe già al lavoro e già nei prossimi giorni presenterà "un pacchetto di aiuti da circa 2 miliardi di euro a favore degli 1,7 milioni di italiani in serie difficoltà". La proposta avanzata da Matteo Renzi mira a lanciare la cosiddetta ‘Protezione Sociale', ovvero una sorta di struttura che gestirà gli interventi dedicati agli italiani in difficoltà, sotto la cosiddetta soglia di povertà, sul modello della Protezione civile. "Contesto la risposta grillina al problema. Garantire uno stipendio a tutti non risponde all'articolo 1 della nostra Costituzione che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non è solo stipendio, ma anche dignità. I reddito di cittadinanza nega il primo articolo della nostra Costituzione", ha spiegato l'ex presidente del Consiglio evidenziando che agli italiani in realtà "serve un lavoro di cittadinanza" e che "in questo tempo di forti cambiamenti dobbiamo rivoluzionare il nostro welfare che negli Usa non c'è come da noi in Europa".

"A giorni, dopo l'approvazione della legge delega sulla povertà il cui esame nell'aula del Senato inizia martedì, sarà varato un solo decreto attuativo che farà decollare un pacchetto di aiuti di circa 2 miliardi di euro a favore di 1,7 milioni di italiani in serie difficoltà", anticipa Il Messaggero, aggiungendo che entro aprile approderà in Aula un "programma di interventi che ad una nuova spinta all'innovazione affiancherà proposte di aiuto non assistenziale ai più poveri. Cardine del ‘nuovo welfare' sarà la proposta di lanciare la Protezione Sociale, ovvero una nuova struttura pubblica in grado di non far sentire più soli gli italiani colpiti dalla crisi". Nei piani del governo, inoltre, le prime indiscrezioni sostengono verrà inserito anche un reddito di Inclusione, ovvero una "carta ricaricabile che i Comuni distribuiranno a due tipi di famiglie: quelle giovani a basso reddito e con figli minori e quelle dove una persona con oltre 55 anni ha perso il lavoro", una somma che potrà garantire a ciascun nucleo famigliare un introito fino a 400 euro mensili".

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