Renzi e la sua riforma del Senato: un’assemblea di 150, tutti senza stipendio
C'è una prima bozza di accordo per la riforma del Senato. Lo ha detto Matteo Renzi spiegando che sarà composto da "150 persone, di cui 108 sindaci di comuni capoluogo e 21 presidenti di Regione, oltre a 21 membri della società civile, scelti temporaneamente dal presidente della Repubblica, per un mandato". Il sindaco di Firenze è intervenuto al convegno sulle città metropolitane organizzato da Confindustria nella sua città. Il Senato così immaginato, ha aggiunto Renzi, "non vota il bilancio, non dà la fiducia ma concorre all'elezione del presidente della Repubblica e contribuisce all'elezione dei rappresentanti negli organismi europei". Senato che non sarà elettivo e sarà senza indennità.
In ogni caso, sulla suddetta riforma c'è "c'è il consenso dei partiti", ha poi detto il segretario del Pd, ricordando che oggi pomeriggio alla direzione del partito discuterà anche la bozza di riforma di palazzo Madama. La riforma per l'istituzione delle città metropolitane sarebbe importante ma "da trent'anni sono una barzelletta", ha poi sottolineato sarcastico Renzi. "Sono trent'anni che se ne parla – ha continuato – da venti sono state costituzionalizzate, ma sono rimaste un oggetto misterioso, anzi, le riforme le hanno mortificate".
Per quanto concerne la riforma delle Province, invece, Renzi ha ammesso che "non c'è l'accordo di tutti i partiti". Ma, ha ammesso, "è possibile che avremo in queste ore la svolta in Senato". "Noi – ha sottolineato il segretario del Pd – vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province". Il decreto avrà in queste ore la svolta al Senato. Consentirà di avere province di secondo livello, con sindaci protagonisti ancora una volta", ha sottolineato Renzi.