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Renzi: “Alleanza con Berlusconi? Io voglio portare il Pd al 40% per non fare accordi con nessuno”

Ospite a Bersaglio Mobile di Enrico Mentana, Matteo Renzi sostiene che l’ipotesi di un’eventuale alleanza di governo con Silvio Berlusconi non sia mai stata presa in considerazione: “Ma come si fa a immaginarlo? A quale governo ha votato la fiducia Berlusconi? A Letta, e prima di lui a Monti. A me zero, non mi ha mai dato sostegno. Con Berlusconi ho fatto un accordo istituzionale, e l’ha rotto lui. Ma non ho mai fatto un accordo di governo. Sfido chiunque a dire il contrario”.
A cura di Charlotte Matteini
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Un'alleanza di governo con Berlusconi? Per Matteo Renzi è un'ipotesi impercorribile. Ospite di Bersaglio Mobile su La 7, l'ex presidente del Consiglio replica alle domande di Enrico Mentana spiegando di non aver alcuna intenzione di costituire un nuovo esecutivo di larghe intese, tanto meno va cercando l'appoggio di Silvio Berlusconi. "Ma come si fa a immaginarlo? A quale governo ha votato la fiducia Berlusconi? A Letta, e prima di lui a Monti. A me zero, non mi ha mai dato sostegno. Con Berlusconi ho fatto un accordo istituzionale, e l'ha rotto lui. Ma non ho mai fatto un accordo di governo. Sfido chiunque a dire il contrario", sottolinea Matteo Renzi, aggiungendo: "Voglio portare il Pd al 40 per cento e così governiamo da soli, quanto a chi guida il governo vediamo chi vince le elezioni. Io voglio vincere le elezioni, ma non sono ossessionato dall'idea di tornare a Palazzo Chigi. Non posso rispondere sulle alleanze, se non conosco la legge elettorale, quanti partiti si presenteranno e quanto prenderemo. Il mio sogno è portare il Pd a governare questo paese".

Proseguendo, Renzi attacca l'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, sostenendo che le accuse di vicinanza alla massoneria siano prive di fondamento: "Altro che massoneria e dintorni, io sono cresciuto a pane e parrocchie. Ho fatto il presidente del consiglio, ho 42 anni, sono sempre un boy-scout. La massoneria? Più facile trovarla dalle parti della direzione o proprietà del Corriere o del Sole 24 Ore". In particolare, nel libro in uscita domani, Renzi scrive su De Bortoli:

Prima di conoscerlo personalmente consideravo De Bortoli uno straordinario giornalista british style. Lo seguivo elegante in tv, ne divoravo gli editoriali, mi sembrava un modello per quei giovani cronisti che amano il giornalismo d'inchiesta. Mi sono presto reso conto tuttavia che non era oro tutto quel che luccicava. E che proprio uno come De Bortoli che dovrebbe essere affezionato a quella straordinaria massima scolpita nel frontespizio del Guardian dal 1821 ("Il commento è libero ma i fatti sono sacri") a volte sceglie invece di anteporre il proprio giudizio alla realtà dei fatti".

In particolar modo capisco di essere finito sul libro nero del direttore quando mi combina l'accusa più infamante che possa esistere per un ragazzo nato e cresciuto in parrocchia: quella di essere legato ad ambienti segreti portando con me "uno stantio odore di massoneria". Nella mia famiglia Tina Anselmi e Benigno Zaccagnini erano i modelli politici presentati ai figli. Ti immagini parlare di massoneria in casa nostra? Neanche all'asilo mi sono mai messo il grembiulino, sentirmi accusato di questo da uno che ha fatto per quasi vent'anni il direttore del Sole e del Corriere mi lascia senza parole. Mi sembra difficile negare che storicamente la massoneria abbia avuto maggiore influenza nelle sedi di quei giornali che nelle parrocchie valdarnesi".

Infine, Matteo Renzi ha dato il proprio giudizio sul presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, chiamato a sostituirlo a Palazzo Chigi dopo le dimissioni rese dal segretario del Partito Democratico in seguito alla sconfitta referendaria dello scorso 4 dicembre: "Paolo Gentiloni sta facendo molto bene il suo lavoro, ha fatto bene il ministro degli Esteri, ha fatto bene il parlamentare. Il leader paga per tutti, è  stata giusto lasciare Boschi e Lotti nel governo, stanno facendo un lavoro straordinario".

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