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Reggio Emilia, a processo per atti sessuali su minori si difende: “Mi sentivo solo”

Chiesti 10 anni di carcere per Elisandro Dos Anjos Costa, 40enne brasiliano imputato per atti sessuali con minori e detenzione di materiale pedopornografico. Era stato arrestato lo scorso anno dopo aver tentato di uccidere una donna intervenuta per difendere il figlio dalle sue attenzioni.
A cura di S. P.
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Il sostituto procuratore di Bologna Roberto Ceroni ha chiesto una condanna a quindici anni di reclusione e una multa di 60000 euro, poi ridotti a dieci anni e a 40000 euro per la scelta del rito abbreviato, per il quarantenne brasiliano Elisandro Dos Anjos Costa. L’uomo è a processo per atti sessuali con minori e detenzione di materiale pedopornografico. L’imputato era stato arrestato nell'estate del 2016 dai carabinieri dopo che aveva tentato di uccidere una donna intervenuta a Reggio Emilia per difendere il figlio dalle sue attenzioni. Dopo l’arresto, grazie all'indagine “Lost innocence”, erano emersi gli adescamenti compiuti dal brasiliano, che è accusato di aver portato nella sua casa di Reggio Emilia molti ragazzi negli ultimi anni. Lui, in apertura del processo, avrebbe tentato di difendersi dalle accuse. Avrebbe detto di “provare vergogna”, di essere “molto pentito per quanto fatto” e avrebbe anche detto di aver compiuto quei reati a causa del suo “sentirsi solo”. La difesa ha chiesto di procedere con una perizia psichiatrica sulle capacità di intendere e di volere dell'imputato ma pm e parte civile si sono opposte e il Gup ha disposto il procedere senza la perizia.

Il Comune di Reggio Emilia parte civile al processo – L'udienza è stata aggiornata al 7 dicembre, quando saranno chiamate in causa la parte civile Comune di Reggio Emilia e la difesa. Il Comune di Reggio Emilia è stato ammesso come parte civile mentre non è stata ammessa La Caramella Buona Onlus, associazione reggiana a difesa dei minori contro le violenze. “Oggi a Bologna è stato completamente cancellato il principio sancito dalla Suprema Corte di Cassazione, a sezioni unite con sentenza numero 38343/2014, che consente alle associazioni di costituirsi parte civile iure proprio laddove il reato posto in essere vada a ledere il proprio oggetto statutario – ha commentato il presidente de La Caramella Buona, Roberto Mirabile -. Se dovesse passare questo principio, vedremmo precluso il diritto di accedere ai processi per tutte quelle realtà che tutelano quei cittadini che, in questo modo, si vedrebbero sostanzialmente abbandonati a loro stessi, costringendoli a vivere il difficile percorso processuale in perfetta solitudine”.

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