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Referendum costituzionale, Cei: “Votare con la testa, non di pancia”

Secondo il segretario generale Galantino servono partecipazione e informazione: “Non ci piace una politica che sia fatta solo di rivalse, interessi di bottega e realtà poco partecipate. Per cui è necessario, prima di tutto, tornare a invitare le persone a esercitare il proprio impegno a vivere questo diritto e dovere di partecipazione all’appuntamento referendario. Un altro impegno molto importante è quello di informarsi”.
A cura di C. T.
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GALANTINO, NON CERCARE I VOTI SULLA PELLE DEGLI ALTRI

Per arrivare al referendum costituzionale "con la testa ben messa" e votare "non di pancia" sono necessarie "partecipazione e informazione". L'ha sottolineato il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, Nunzio Galantino, intervistato da Tv2000. "All’interno del mondo cattolico e della Chiesa – ha dichiarato – non mi scandalizzano le posizioni diversificate sul Sì o sul No, soprattutto se queste opinioni sono frutto di considerazioni prese in maniera consapevole, non per interessi di bottega o di parte ma frutto di un dibattito e di una dialettica. Mi dispiacerebbe se la gente rimanesse ai margini, considerata l’importanza della posta in gioco e la necessità del Paese di muoversi, prendere decisioni e darsi un impegno particolare: non mi piacerebbe che la posizione fosse poco razionale". Il segretario Cei ha detto di non aver "deciso cosa votare": "Ma mi sto informando", ha aggiunto.

"Il clima sociale che si avverte oggi – ha proseguito Galantino – è quello sentito dalla gente: da una parte una stanchezza per tutto ciò che è ripetitività e poca vitalità e dall’altra la possibilità di poter guardare avanti con più speranza e decisione. Il giorno dopo il voto, mi piacerebbe vedere un Paese che di fronte a un appuntamento come questo si presentasse più unito, non perché appiattito su posizioni preconcette ma perché desideroso di fare qualcosa di bello e nuovo per questa nostra Italia". Come Chiesa Italiana, ha concluso, "non ci piace una politica che sia fatta solo di rivalse, interessi di bottega e realtà poco partecipate. Per cui è necessario, prima di tutto, tornare a invitare le persone a esercitare il proprio impegno a vivere questo diritto e dovere di partecipazione all’appuntamento referendario. Un altro impegno molto importante è quello di informarsi".

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