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Quanto spendono i comuni italiani per gli asili nido?

L’associazione Openpolis ha pubblicato uno studio in sui si rileva esattamente quanto spendono i Comuni italiani per la scuola dell’infanzia. La città che investe di più in Italia è Trieste, con 135,25 euro a persona, seguita da Roma (114,01 euro), Milano (113,34 euro), Firenze. Maglia nera a Messina.
A cura di Redazione
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Tra i servizi più rilevanti per i cittadini italiani gestiti dalle amministrazioni locali ci sono gli asili nido. Una questione non da poco, soprattutto se si pensa che una buona o cattiva offerta può incidere in maniera considerevole non solo sulla qualità della vita – personale e lavorativa – ma anche sulle tasche delle famiglie.

L'associazione Openpolis ha pubblicato uno studio con il quale rileva esattamente quanto spendono i Comuni italiani per la scuola dell'infanzia: la ricerca comprende gli stanziamenti per gli asili nido pubblici, eventuali finanziamenti a strutture private e i vari servizi di tutela per l’infanzia e i minori (come ad esempio i centri di assistenza). In media il dato nazionale è di 75 euro spesi dall'amministrazione pubblica per ogni cittadino, ma ci sono diverse differenze nei vari centri disseminati per il paese.

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La città che investe di più in Italia è Trieste, con 135,25 euro a persona, seguita da Roma (114,01 euro), Milano (113,34 euro), Firenze (1o5 euro) e Venezia, ultima città a spendere più della somma di 100 euro per gli asili nido. In coda alla classifica si trovano Padova – con 40 euro a persona -, Palermo (31,85 euro) e, infine, Messina, con soli 6,04 euro. La spesa media di 75 euro pro capite è cresciuta rispetto all'ultima rilevazione effettuata, quando era di 5 euro in meno. Prima e ultima posizione della classifica risultano confermate, è salita la spesa di Milano, Firenze e Napoli, mentre è scesa quella di Venezia, Bari, Torino, Padova e Palermo.

Ricordiamo che anche per questo triennio è stato confermato il bonus INPS fino a 600 euro al mese, che comprende anche le spese per gli asili nido pubblici o per le strutture convenzionate. La domanda va sempre fatta sul sito dell'Istituto di Previdenza Sociale o in uno dei patronati sul territorio.

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