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Quanto costano i pagamenti con il Pos?

Il Pd ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità con l’obiettivo di abbattere il tetto dei 30 euro sotto il quale si possono rifiutare i pagamenti digitali. Ma quanto costa avere un dispositivo Pos per commercianti e professionisti?
A cura di C. T.
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Il Partito democratico ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità con l’obiettivo di incrementare l'utilizzo di bancomat e carte di credito anche per il pagamento di piccoli importi, come quelli per l'acquisto di un quotidiano o un caffè, che possono costare anche meno di un euro. Commercianti e professionisti, di conseguenza, saranno obbligati ad accettare i pagamenti elettronici (Pos) anche sotto l’attuale tetto dei 30 euro, col quale era lecito rifiutare. Pena sanzioni amministrative e pecuniarie.

Proprio i negozianti sembrano non essere contenti di questa misura, e hanno mostrato le proprie perplessità già dal 30 giugno dell'anno scorso, quando è entrato in vigore l'obbligo di accettare pagamenti bancomat o carte di di debito da trenta euro in su. Nonostante la previsione, infatti, molte attività sono rimaste restie all’utilizzo della moneta elettronica: secondo la Banca d'Italia, i Pos sono in calo del 14%, passando da 53.493 del 2014 a 46.029 del 2015. Secondo la Cgia di Mestre, va trovato un "accordo con gli istituti di credito per sterilizzare i costi a carico degli esercenti e si escludano dall’obbligo di detenzione del Pos alcune categorie artigiane che eseguono transazioni commerciali solo con altre aziende. Milioni di imprese che lavorano esclusivamente per altre imprese o per la Pubblica amministrazione saranno costrette a sostenere dei costi del tutto inutili. Si pensi agli autotrasportatori, alle imprese di costruzioni che lavorano per il pubblico, alle aziende metalmeccaniche, a quelle tessili, a quelle dell’abbigliamento o della calzatura che lavorano in subfornitura, alle imprese di pulizia che prestano servizio presso gli studi privati o negli enti pubblici, ai commercianti all’ingrosso. Tutte attività che nella prassi quotidiana ricevono già adesso pagamenti tracciabili".

Il dispositivo, però, riscuote successo tra gli acquirenti. Pagare con il Pos è comodo e senza costi per chi compra (7 italiani su 10 lo preferiscono al contante), e riduce le possibilità di evasione, tracciando tutti i movimenti. Chi non riesce a pagare con la carta solitamente sceglie di rinunciare all'acquisto (il 15%) o di cambiare negozio, cercando un prodotto simile in un esercizio che dia questa possibilità (16%).

Ma quanto costa il Pos ai commercianti? Il ministero dello Sviluppo economico ha stimato che l’onere medio che un esercizio commerciale o un professionista sostiene per dotarsi di un Pos varia da un minimo di 25-60 euro l’anno ad un massimo di 120-180 euro a seconda della tipologia delle apparecchiature prescelte. Il Mise ha rilevato costi fissi – disponibilità dell'apparecchiatura, dipendono dalle diverse funzionalità offerte – che per i terminali più innovativi si aggira intorno ai 2-5 euro al mese, mentre per quelli più tradizionali è di 10-15 euro: "L’onere che in media deve sostenere un esercente o un professionista per dotarsi di un Pos è quindi mediamente intorno ai 25-60 euro all’anno nel primo caso e a 120-180 euro nel secondo". I costi variabili, invece, sono legati al numero e all'ammontare delle transazioni effettuate e al tipo di circuito utilizzato.

Secondo l'ultimo osservatorio sui pagamenti elettronici di SosTariffe.it, attivare un Pos collegato al conto corrente può costare per un esercente in media oltre 2.000 euro l'anno, con un peso di circa il 2% sul ricavato annuo dell'attività. D'altro canto però, secondo lo studio, "chi confronta le offerte Pos sul mercato può risparmiare fino al 94%". Ed è stato rilevato che il 90% degli esercenti su un milione non conosce i costi delle transizioni elettroniche, e per questo non le ha ancora attivate.

I costi di acquisto e possesso dei dispositivi sono variabili. SosTariffe ha rilevato come un Pos tradizionale collegato a linea fissa Adsl comporti una spesa di circa 82 euro, mentre uno mobile, gestito da smartphone o tablet, si aggiri intorno ai 76 euro. Al prezzo d'acquisto, però, deve aggiungersi il canone mensile per il servizio, tra i 10 e il 24 euro. La spesa minima per la sola attivazione è di circa 460 euro, ma può arrivare fino a 9.180.

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Questi costi, però, non sono gli unici: per ogni transazione, la banca applica delle percentuali o cifre fisse. Se il pagamento viene fatto con la carta di credito, il commerciante dovrà versare il 2%, perderà l’1,29% o l’1,84% dell’importo totale a seconda che la transazione sia avvenuta con Pos mobile o tradizionale. Se è un bancomat, rileva SosTariffe, "pagherà in base alla tariffa Pos attivata, ovvero l’addebito di una percentuale su ogni movimento oppure il versamento di una cifra per ogni transazione più una percentuale dell’importo transato". In questo caso la perdita sar dell’1,95% più 2 centesimi o di 1,79% più 0,21 centesimi.

Per quanto riguarda l'incidenza sul ricavato annuo dell'attività, per un Pos si possono arrivare a spendere anche 5.400 euro l'anno (con dispositivo tradizionale). Dallo studio emerge che "l'utilizzo di carte di credito collegate a conti correnti è più costoso", e che "accettare pagamenti con bancomat fa risparmiare all’esercente dall’8 al 41% in base al modello di Pos e al tipo di attività". Uno studio medico può spendere 1.684,56 euro per un Pos mobile e con pagamenti con bancomat, spesa che diventa di 2.247,65 euro nel caso di dispositivo tradizionale e pagamento con carta di credito.

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