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Per Marchionne, la sentenza contro la Fiat su Pomigliano è “folkore locale”

Mastica amaro l’ad di Fiat dopo la sentenza che obbliga l’azienda al reintegro di 145 operai Fiom a Pomigliano: «Questa legge non esiste in nessuna parte del mondo, da quanto ne so. Diventa tutto puramente italiano”. Un’affermazione che ha, però, trovato una pioggia di reazioni negative.
A cura di Biagio Chiariello
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Per Marchionne la sentenza contro la Fiat su Pomigliano e folkore locale

E' evidente che a Sergio Marchionne non sia andata giù la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha imposto alla Fiat di reintegrare 145 lavoratori Fiom di Pomigliano D’Arco perché discriminati. Eh già perché oggi l'amministratore delegato del gruppo torinese ha commentato quella decisione e lo ha fatto con parole che non sono piaciute quasi a nessuno: «Questa legge non esiste in nessuna parte del mondo, da quanto ne so. Focalizzare l'attenzione su questioni locali ignorando il resto è attitudine dannosa. Un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali». Parole di una persona stizzita, quelle pronunciate da Marchionne durante una conferenza stampa a Changsha, nella Cina Meridionale, dove ha presentato il nuovo stabilimento Fiat. Il manager svizzero mastica amaro e fa sapere la «Fiat farà appello contro la decisione del tribunale. Mi incontrerò presto con gli avvocati». E ai giornalisti che lo incalzando chiedendo i dettagli del verdetto del tribunale, risponde: «Non posso dirle quello che penso».

Poi però Marchionne si sbottona e nell'affermare che la Fiat ha «visioni diverse da quelle espresse dalla sentenza», da' il proprio punto di vista sulla «complessa situazione» italiana, pur sottolineando che la «Fiat rispetterà la decisione del tribunale come ha sempre fatto»:

Le implicazioni sulla situazione del business in Italia sono drastiche, perché l’Italia ha un livello di complessità nella gestione del mondo industriale che è assente nelle altre giurisdizioni. Tutto diventa puramente italiano, facendo diventare tutto difficile da gestire. Non ho mai visto nei miei viaggi, nei miei incontri qualcuno che fosse veramente interessato a questa decisione (del tribunale), nessuno che è lì a fare la fila per venire a investire, non credo che cambierà nulla, ma creerà un nuovo livello di complessità nell’ambiente italiano».

Non poteva che trovare una eco polemica, la riduzione a «folklore locale» avanzata da Marchionne in merito alla sentenza succitata: «Evidentemente Marchionne pensa di vivere nel Paese di Pulcinella. Infatti, dire che le norme italiane sono folkloristicamente locali, equivale a calpestare l’ordinamento giuridico e a farsi beffa delle sentenze dei Tribunali» è la reazione della senatrice Giuliana Carlino dell’Italia dei Valori. Duro è anche il commento di Andrea Orlando, presidente del Forum Giustizia del Partito Democratico, secondo cui le parole dell'ad Fiat sono «un insulto al Paese che mi auguro si voglia al più presto correggere». Non meno polemica è la stessa Fiom: «Bisogna smetterla di fare dall’estero la caricatura dell’Italia e degli italiani: il Paese non è pizza e mandolini, abbiamo leggi e giudici seri.»

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