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“Parlamento Usa concede cittadinanza a Charlie”: Ospedale Gb “costretto” a trasferire bimbo?

A riportarlo è il Daily Mail. Non è chiaro se questa decisione obbligherà lʼospedale britannico a trasferire il piccolo negli Stati Uniti, dove potrebbe sottoporsi ad un cura sperimentale “col 50% di possibilità di salvezza”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Parlamento americano ha conferito la cittadinanza Usa a Charlie Gard, il bambino di meno di un anno gravemente malato e tenuto da mesi artificialmente in vita. Stessa misura sarebbe stata presa nei confronti della sua famiglia affinché il bimbo, ricoverato all'ospedale londinese Great Ormond Street, possa essere curato nel Paese. Questo almeno è quanto riporta il Daily Mail. Non è chiaro ancora se, in seguito alla decisione, il nosocomio britannico sarà costretto a dimettere il piccolo in quanto cittadino statunitense, o, se peggio, questa decisione complicherà ulteriormente una situazione legale già complessa. Il tabloid inglese cita il deputato repubblicano Jeff Fortenberry il quale ha poi confermato la notizia su Twitter: "Abbiamo approvato un emendamento che garantisce status di residenza permanente a Charlie Gard e alla sua famiglia, in modo che Charlie possa essere sottoposto alle cure di cui ha bisogno".

La storia del piccolo Charlie

Negli Stati Uniti Charlie potrebbe essere sottoposto ad una cura sperimentale per la rarissima malattia genetica di cui soffre, la sindrome da deplezione del dna mitocondriale. I suoi medici di avevano praticato diverse terapie, decretando infine che non c’era nessuna possibilità di salvarlo. Il piccolo ha già subito danni cerebrali irreversibili e, stando a quanto affermano gli specialisti inglesi, ci sarebbero stati solo ulteriori peggioramenti derivanti dall’accanimento terapeutico. In accordo col Great Ormond Street Hospital anche la Corte europea dei diritti dell’uomo che ha respinto la volontà della famiglia Gard di portare negli USA il piccolo. Lo scorso 30 giugno i medici hanno deciso di dare altro tempo al piccolo, dopo aver già preso la decisione di staccare la spina ai macchinari che tengono Charlie in vita. Ora c’è tempo fino al 25 luglio. E intanto Michio Hirano, luminare della neurologia presso la prestigiosa Columbia University di New York, ha ipotizzato da un 10 fino a un 50% di possibilità di miglioramento per il bambino se la terapia alternativa (ancora agli stadi iniziali) dovesse funzionare.

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