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Papa Francesco: “La gente mi fa bene, non potrei vivere senza”

Il pontefice si è raccontato a un giornale argentino: “Non ho mai sognato di fare il Papa, mai! Tantomeno il presidente della Repubblica o il generale dell’esercito. Ci sono alcuni bambini che fanno di questi sogni, io non li facevo…”.
A cura di Davide Falcioni
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"Non mi dispiace essere Papa. Una cosa che mi piacerebbe fare è uscire un giorno senza che nessuno mi riconosca, entrare in una pizzeria e mangiarmi una pizza". Ricordate queste parole? Le disse Papa Francesco lo scorso 13 marzo, facendo un primo bilancio dei primi suoi due anni di pontificato. Ebbene, il Santo Padre ha rilasciato una nuova intervista, stavolta al giornale argentino "La voz del pueblo", tornando a far emergere la sua nostalgia per la vita semplice. "Mi manca uscire per strada, questo sì lo desidero, la tranquillità di camminare per strada, o andare in una pizzeria a mangiare una buona pizza… Io sempre sono stato "di strada". Da cardinale mi piaceva camminare per strada, prendere il bus o la metropolitana. La città mi incanta, sono cittadino nell'anima… In campagna non potrei vivere. Qui visito le parrocchie, ma non posso uscire. Si immagini che io esca per strada e ciò che succederebbe".

Papa Francesco si racconta al quotidiano argentino e fa emergere, ancora una volta, la sua dimensione popolare, quella che lo fa essere così amato dalla gente comune e criticato da non pochi potenti, come è accaduto anni fa con alcuni esponenti della destra americana che lo accusarono di essere un marxista. In effetti Bergoglio ha più volte attaccato l'economia capitalista, generatrice di guerre e di povertà e vera origine delle diseguaglianze: "La gente mi fa bene… E' come se la mia vita si vada coinvolgendo con la gente. Io, psicologicamente, non posso vivere senza la gente, non sono un monaco, per questo sono rimasto a vivere qui in questa casa (la residenza Santa Marta, ndr). Questa è una casa per ospiti, ci sono 120 stanze, viviamo in quaranta persone che lavoriamo nella Santa Sede e gli altri sono ospiti: vescovi, preti, laici che passano e sono ospitati qui. Questo mi fa molto bene. Venire qui, mangiare nella sala da pranzo dove c'è tutta la gente, celebrare la messa dove quattro volte alla settimana vengono persone da fuori, dalle parrocchie… Mi piace molto questo. Io mi sono fatto prete per stare con la gente".

Il Papa argentino ha poi confessato: "Piango quando vedo drammi umani. Come l'altro giorno al vedere ciò che accade a quelle persone del popolo rohingya, che vanno su questi barconi nelle acque thailandesi, e quando si avvicinano alla terra, gli danno un po' da mangiare e da bere e li rimandano un'altra volta in mare. Questo mi commuove profondamente, questo tipo di drammi. E poi i bambini ammalati. Quando vedo quelle che qui chiamano "malattie rare", che si sono prodotte per la mancata cura dell'ambiente, mi si ribalta tutto dentro. Quando vedo questi bambini dico al Signore: "Perché a loro sì e a me no?".

Papa Francesco quindi racconta: "Non ho mai sognato di fare il Papa, mai! Tantomeno il presidente della Repubblica o il generale dell'esercito. Ci sono alcuni bambini che fanno di questi sogni, io non li facevo… Dopo essere stato per quindici anni nei posti di comando dove mi avevano destinato, sono tornato a fare il confessore e il prete". Poi, commentando i rischi per la sua incolumità: "Per quanto riguarda gli attentati, io sono nelle mani di Dio e nella preghiera ho parlato al Signore e gli ho detto: ‘Guarda, quello che deve accadere, accada, soltanto ti chiedo una grazia, di non provare dolore'. Perché io sono un codardo di fronte al dolore fisico. Il dolore morale lo sopporto, ma quello fisico, no".

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