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Papa Francesco interviene alla conferenza Ted: “Anche io avrei potuto essere tra gli scartati”

Il Papa in un videomessaggio alla conferenza TED2017 ha parlato della cultura dello scarto: “Anch’io sono nato in una famiglia di migranti: mio papà, i miei nonni, come tanti altri italiani, sono partiti per l’Argentina e hanno conosciuto la sorte di chi resta senza nulla”.
A cura di Susanna Picone
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“Anch'io sono nato in una famiglia di migranti: mio papà, i miei nonni, come tanti altri italiani, sono partiti per l'Argentina e hanno conosciuto la sorte di chi resta senza nulla. Anch'io avrei potuto essere tra gli ‘scartati' di oggi”. Così Papa Francesco è intervenuto con un videomessaggio al Ted 2017 a Vancouver, in Canada. L'intervento del Papa è stato registrato in Vaticano e poi mandato in onda nel corso della conferenza. Nel suo videomessaggio papa Francesco ha detto di apprezzare il titolo della conferenza, “The future you” perché, “mentre guarda al domani, invita già da oggi al dialogo”. Il Papa ha quindi ricordato che “incontrando o ascoltando ammalati che soffrono, migranti che affrontano tremende difficoltà in cerca di un futuro migliore, carcerati che portano l’inferno nel proprio cuore, persone, specialmente giovani, che non hanno lavoro, mi accompagna spesso una domanda: ‘Perché loro e non io?’”. E così ha spiegato di essere nato, appunto, in una famiglia di migranti e per questo anche lui avrebbe potuto essere “tra gli scartati di oggi”. “Perciò – ha continuato Bergoglio – nel mio cuore rimane sempre quella domanda: ‘Perché loro e non io?’”.

"Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri" – Papa Francesco ha quindi detto di sperare che il Ted Talk “ci aiuti a ricordare che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che nessuno di noi è un’isola, un io autonomo e indipendente dagli altri, che possiamo costruire il futuro solo insieme, senza escludere nessuno”. “Solo l’educazione alla fraternità, a una solidarietà concreta – ha detto ancora il Pontefice nel suo intervento – può superare la cultura dello scarto, che non riguarda solo il cibo e i beni, ma prima di tutto le persone che vengono emarginate da sistemi tecno-economici dove al centro, senza accorgerci, spesso non c’è più l’uomo, ma i prodotti dell’uomo”. “Abbiamo tanto da fare, e dobbiamo farlo insieme. Nella notte dei conflitti che stiamo attraversando, ognuno di noi può essere una candela accesa che ricorda che la luce prevale sulle tenebre, non il contrario”, ha detto ancora nel suo intervento.

"Più sei potente, più devi essere umile" – Francesco ha poi voluto parlare della “rivoluzione della tenerezza”, definita come la strada che “hanno percorso gli uomini e le donne più coraggiosi e forti”. “Permettetemi di dirlo chiaramente – così Bergoglio – quanto più sei potente, quanto più le tue azioni hanno un impatto sulla gente, tanto più sei chiamato a essere umile. Perché altrimenti il potere ti rovina e tu rovinerai gli altri”. Il futuro dell’umanità, ha concluso il Papa, “non è solo nelle mani dei politici, dei grandi leader, delle grandi aziende. Sì, la loro responsabilità è enorme. Ma il futuro è soprattutto nelle mani delle persone che riconoscono l’altro come un ‘tu’ e se stessi come parte di un ‘noi’. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. E perciò, per favore, ricordatevi anche di me con tenerezza, perché svolga il compito che mi è stato affidato per il bene degli altri, di tutti, di tutti voi, di tutti noi”.

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