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Palermo, nuovi arresti in operazione antiracket: taglieggiata anche la fiction Squadra Antimafia

Arrestati diversi esponenti del clan di Porta Nuova, tra cui il boss Gaspare Parisi e alcuni mandanti dell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà: l’associazione mafiosa imponeva il pizzo ai negozi della città, taglieggiando anche la famosa serie televisiva di Canale 5.
A cura di Daniela Caruso
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Nuovi arresti a Palermo, grazie alle dichiarazioni di Monica Vitale, amante del boss Gaspare Parisi, (arrestato a luglio) che da settembre collabora con la giustizia. La donna ha rivelato diversi segreti del clan che opera nella città siciliana, indicando anche i presunti mandanti dell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà: tra questi, ci sarebbe anche Tommaso Di Giovanni, arrestato per associazione mafiosa proprio questa notte. Il racket non sarebbe stato imposto solo ai commercianti di Palermo, ma anche alla produzione della fiction di Canale 5, “Squadra Antimafia”: alcuni servizi legati alla serie televisiva erano andati in bano al capomafia Calogero Lo Presti, che gestiva sia i pasti sia i trasferimenti della troupe televisiva. Stanotte le manette sono scattate anche per il boss e per altri 22 componenti del Clan di Porta Nova.

Grazie a diverse intercettazioni e alle rivelazioni della Vitale, che i carabinieri sono riusciti ad arrestare diverse persone che gestivano il pizzo a Palermo. Dopo l’arresto del compagno, i problemi iniziarono da subito ad affiorare, poiché alcuni mafiosi volevano sapere i motivi della mancata trasparenza, messa in piedi da Parisi nella gestione delle casse del clan. La donna, dunque, decise di scappare da Palermo e di raccontare come stavano realmente le cose al procuratore aggiunto Ignazio De Francisci. Monica Vitale, stando a quanto lei stessa ha raccontato, di non essere stata solo l’amante del boss, ma anche colei che gestiva la raccolta del pizzo per la famiglia mafiosa di Porta Nuova. Per quanto riguarda l’omicidio Fragalà, la pentita ha detto che i mandanti erano i boss di Porta Nova: il legale sarebbe stato ucciso, perché si sarebbe comportato irrispettosamente con la moglie di un detenuto, arrestato per furto. I magistrati stanno verificando l’attendibilità della dichiarazione.

Gli arrestati del blitz anti-racket sono, oltre a Lo Presi e Di Giovanni, Antonino Zarcone, Vincenzo Coniglio, Nicolò Milano, Antonino Lo Iacono, Giuseppe Di Marco, Gabriele Buccheri, Daniele Lauria, Maurizio Pecoraro, Rodolfo Allicate, Agostino Catalano, Francesco Paolo Putano, Giovanni Giammona, Giuseppe Autieri, Giovanni Lo Giudice, Matteo Rovetto, Domenico Marino, Salvatore Sampino, Fabrizio e Giovanni Toscano e Giuseppe Giustino Rizzo. 

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