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Padova, parrucchiera “razzista al contrario”: negozio chiuso per un mese

L’ordinanza di sospensione, firmata dal sindaco Bitonci, parla di motivi di sicurezza e igiene, ma tempo fa la Lega aveva sollevato la polemica perché la proprietaria faceva pagare di più i clienti bianchi.
A cura di Biagio Chiariello
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Qualche mese fa ne avevamo già parlato: il salone in via Tommaseo a Padova, assurto agli onori della cronaca per via del listino differenziato in base al colore della pelle del cliente. A denunciare la “discriminazione” era stata l’amministrazione locale della Lega Nord, che aveva sollevato il caso parlando di “razzismo al contrario” proprio perché agli italiani veniva fatto pagare di più. Ebbene, il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha deciso di far chiudere la parrucchiera, la signora Gloria, per almeno un mese. Il motivo? Nell’ordinanza firmata dal primo cittadino si parla “di chiusura temporanea per motivi di sicurezza e igiene”: il salone sarebbe infatti “punto di ritrovo di persone moleste e dedite a traffici di ogni tipo”, secondo quanto riporta Il Mattino di Padova.

L'assessore comunale Boron e il presidente del Consiglio comunale Marcato avevano pubblicato un video-denuncia sulla pagina Facebook del sindaco leghista: "Questo è razzismo. Padova, No apartheid". Il tariffario diviso in “white” e “black” era stato trovato dagli agenti della polizia municipale che avevano effettuato il sopralluogo nel salone. Il prezzario è stato poi sequestrato. Gloria, intervistata dal quotidiano locale padovano, si è detta sorpresa ed ha così spiegato il costo diversificato per i tagli: “Non è razzismo, faccio pagare di meno i neri perché come clienti hanno meno pretese e con loro finisco prima il lavoro”.

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