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Padoan: “Troppe banche, troppi dipendenti e poco credito. Bisogna riformare il sistema”

Intervistato da Repubblica, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parla della riforma del sistema bancario italiano, dei conti pubblici e del miglioramento degli indicatori occupazionali. “Dobbiamo fare molti progressi, ma jobs act, agevolazioni fiscali e crescita porteranno più occupazione”.
A cura di Charlotte Matteini
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Intervistato da Repubblica, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rende note le misure che riguarderanno gli istituti bancari italiani. Secondo il ministro, infatti, il nuovo decreto per i rimborsi consentirebbe a numerosi risparmiatori e obbligazionisti di recuperare fino all'80% dell'investimento perso in seguito al salvataggio dei quattro istituiti di credito popolari avvenuto lo scorso novembre. "Non è una percentuale arbitraria, perché tiene conto del fatto che costoro hanno beneficiato di rendimenti e interessi che coprono il restante ammontare – sostiene Padoan –  chi non ha i requisiti o non vuole utilizzarli ha comunque la via d'uscita di rivolgersi all'arbitrato".

Le opposizioni, però, protestano e considerano il decreto "complicato", penalizzante per i risparmiatori. Il ministro Padoan spiega di non comprendere le critiche avanzate, essendo che "il rimborso diretto è semplicissimo: fai la domanda corredata della documentazione e se hai i requisiti ottieni il rimborso". Anche sul fronte del recupero crediti, Padoan sostiene sia stata velocizzata e agevolata la procedura: "Ridurremo i tempi da 6-7 anni a 6-8 mesi in media, perché le nuove procedure lasciano spazio ad un contratto tra debitore e creditore".

Secondo il ministro le critiche al provvedimento sono causate dalla scarsa conoscenza della materia: "Vedo che si fa molta confusione anche sul pegno non possessorio, che è una misura a favore, e sottolineo a favore, delle imprese debitrici, permette loro di continuare ad usare i beni strumentali, che invece prima venivano sequestrati riducendo la capacità produttiva e di conseguenza i profitti. Sta alle parti usare questa opportunità che di fatto evita la stagnazione", ha spiegato a Repubblica.

Secondo Padoan, il sistema bancario italiano sarebbe sicuro e la Banca d'Italia avrebbe svolto il proprio ruolo di vigilanza nel migliore dei modi: "L'azione del governo – insiste il ministro, cercando di rispondere alle critiche mosse dalle opposizioni – è tutta rivolta a rafforzare un sistema creditizio che ha subìto i colpi della recessione, come dimostrano la riforma delle banche popolari e del credito cooperativo. La vigilanza si muove su meccanismi europei, ma la Banca d'Italia ha fatto un lavoro capillare. Non bisogna solo guardare ai casi critici, ma anche alle criticità che sono state risolte o evitate".

Lo scopo della riforma del sistema bancario è uno: come già anticipato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, in Italia "ci sono troppi banchieri e poco credito". Padoan condivide l'affermazione del Pdc e sostiene che il fine della riforma proposta sia proprio quello di avere meno banche, ma più solide e capaci di erogare credito a famiglie e imprese. C'è un problema, però: proprio perché esistono troppe banche, c'è anche un'eccesso di occupazione che andrà gestito "con dei meccanismi che facilitino l'uscita dal lavoro dei bancari vicini alla pensione".

Durante l'intervista, Padoan ha anche parlato dei conti pubblici italiani, sostenendo che all'Europa l'Italia si presenterà con un deficit pari al 2,3% nel 2016 e 1,8% nel 2017. "Ci potranno essere differenze, legate a stime di crescita, all'inflazione o anche a errori statistici, ma riteniamo di aver fatto le previsioni giuste, e siccome l'efficienza di capacità previsionale è confortante mi tengo i miei numeri", ha sostenuto.

Infine, i dati sul lavoro forniti da Istat descrivono un generale miglioramento della situazione occupazionale italiana, ma i cittadini sembrano non percepirlo. Secondo Padoan il motivo è che, nonostante "i progressi sembrano lenti, sono comunque i migliori da 4 anni a questa parte". E prosegue: "L'occupazione aumenta ma è ovvio che dovrà aumentare ancora. Dobbiamo fare molti progressi, ma jobs act, agevolazioni fiscali e crescita porteranno più occupazione".

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