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Oscar Giannino torna sul finto master: “Errore dovuto a un complesso di inferiorità”

Il giornalista torna a parlare di quel mini scandalo che lo tagliò fuori dalla corsa elettorale nel 2013. Ammette, come mai ha negato, aver commesso un grave errore, ma aggiunge che la cosa abbia anche avuto risvolti positivi.
A cura di Andrea Parrella
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In molti conoscono la parabola di Oscar Giannino, giornalista candidato con la sua lista Fare per fermare il declino, che grazie alla sua autorevolezza intellettuale radunò esponenti della società civile ed accademica, personaggi come Zingales e Boldrin. Il tutto prima che esplodesse quella bolla derivante del titolo curriculare inesistente nel suo cursus honorum, il famoso master alla Boston University mai conseguito. Si venne a sapere ad una settimana dalla tornata elettorale del 2013 e, di fatto, mise fine alle speranze di Fare in parlamento e in Senato. A quasi due anni di distanza Giannino, uscito distrutto da quella vicenda e consapevole di aver mentito, ha piano piano riacquistato l'autorevolezza di un tempo, non senza aver appreso una lezione importante. Un fatto che diede vita anche ad alcune polemiche sterili, come noi stessi scrivemmo, in un paese in cui il titolo di studio conta ben poco.

Lo rivela in un'intervista rilasciata a Libero, nella quale parla di quella questione come "Un grave errore dovuto a un complesso di inferiorità che ho inconsciamente covato nel Pri. Era un mondo di élite, pieno di persone con titoli accademici a bizzeffe" ha confessato al giornalista di Libero. Quando si è svelato l'inganno "sono rimasto di peste per la delusione che davo a centinaia di migliaia di persone e per la sofferenza di mia madre e mia moglie che non se lo aspettavano. Quanto a me, mi sono chiesto se avessi perso per sempre qualsiasi credibilità. Ho ricevuto molti insulti, ma non ho mai polemizzato. Ho detto: è giusto". Accettò le critiche ed anche l'allontanamento da alcune situazioni lavorative, che però ha riacquisito:

All’inizio ho perso tutte le collaborazioni giornalistiche. Né io mi sono più fatto vivo. Nel tempo, invece, molte più persone di quante immaginassi hanno continuato a darmi fiducia e stima. Oggi, ho ripreso tutti i lavori che avevo: Radio 24, il Messaggero e i giornali del gruppo Caltagirone, Panorama. E a farsi vivi, questo mi ha colpito, sono stati loro

Giannino dunque, pur ammettendo tutte le colpe a lui riconducibili, non nega che questa vicenda abbia dato alla sua vita una sorta di iniezione, stimoli inattesi: "Tre. Prima di dire una cosa, ci penso due volte. So che, avendo nell’armadio lo scheletro della mia bugia, parto con un handicap e che gli altri hanno un vantaggio iniziale su di me. Mi sforzo continuamente di dare a chi mi è più vicino la certezza che, almeno nei valori di fondo, sono di una coerenza assoluta".

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