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Operaio ucciso a Piacenza, accusa dell’USB: “Sindacati complici del clima di ricatto”

L’Unione Sindacale di Base ha indetto per oggi uno sciopero di tutti i lavoratori del settore privato in segno di lutto per la morte dell’operaio che stava partecipando a un picchetto di protesta di fronte ai magazzini Gls di Piacenza. Il sindacato lancia inoltre un grave atto d’accusa: “Le responsabilità dell’azienda sono incontrovertibili, sia per il clima di ricatto e di schiavitù che vige nei suoi depositi attuato grazie alla totale complicità di tutte le altre sigle sindacali, sia per aver incitato i camionisti dell’azienda a sfondare il picchetto”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo la morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf quello di oggi è il giorno della mobilitazione generale di tutti i lavoratori iscritti al sindacato USB del settore privato: all'indomani della tragedia che ha strappato la vita all'operaio di 53 anni, padre di cinque figli, l'Unione Sindacale di Base ha dichiarato lo sciopero generale di tutti i dipendenti della logistica fino alle 5 di stamattina, estendendo la mobilitazione anche a tutti gli altri lavoratori del settore privato che oggi a fine turno incroceranno le braccia per due ore in segno di solidarietà: "Abd Elsalam Ahmed Eldanf – spiega l'Usb in una nota – 53 anni, 5 figli, operaio presso il magazzino GLS di Piacenza è stato ucciso da un camion lanciato contro il picchetto che accompagnava una difficile trattativa in corso nella notte. Assieme a lui è rimasto ferito, per fortuna in maniera lieve un altro facchino. Abd Elsalam, pur non essendo un precario, lottava contro la precarietà e per il rispetto degli accordi sottoscritti, a prezzo di dure lotte, tra l’USB e la GLS costantemente messi in discussione dall’azienda come stava avvenendo anche ieri sera".

Operai: "Il capo del magazzino ha incitato il camionista a schiacciare Abd Elsalam Ahmed Eldanf"

Secondo i lavoratori la morte dell'egiziano non va considerata un incidente: "Il responsabile del magazzino, Antonio Romano, ha incitato l'autista a partire e a schiacciare il lavoratore come un ferro da stiro", ha detto ai microfoni di Fanpage un collega della vittima. Il picchetto di protesta sarebbe stato dunque forzato in seguito a un "ordine" impartito da un dirigente dell'azienda. La versione della polizia tuttavia è profondamente diversa: "Quando il Tir è uscito dalla ditta – spiega il capo della Procura Salvatore Cappelleri – dopo le regolari operazioni di carico, ha effettuato una manovra di svolta a destra. Inoltre escludiamo categoricamente che qualche preposto della Gls abbia incitato l'autista a partire. Davanti ai cancelli in quel momento non vi era alcuna manifestazione di protesta o alcun blocco da parte degli operai, che erano ancora in attesa di conoscere l'esito dell'incontro tra la rappresentanza sindacale e l'azienda. Allo stato attuale delle indagini riteniamo che l'autista non si sia accorto di aver investito l'uomo che è stato visto correre da solo incontro al camion che stava facendo manovra. Per questo si è deciso di rilasciare l'autista che, tra l'altro, è anche risultato negativo ai test di accertamento per le sostanze stupefacenti e l'alcol".

Usb non ci sta e lancia non solo un atto d'accusa verso GLS, ma anche verso gli altri sindacati: "Le responsabilità dell’azienda sono incontrovertibili, sia per il clima di ricatto e di schiavitù che vige nei suoi depositi attuato grazie alla totale complicità di tutte le altre sigle sindacali, sia per aver incitato i camionisti dell’azienda a sfondare il picchetto. Altrettanto incontrovertibili le responsabilità del Governo nella destrutturazione dei diritti dei lavoratori e l’introduzione del jobs act che sono la vera causa dell’assassinio di Abd Elsalam Ahmed Eldanf".

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