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Open Skies, Russia e USA ai ferri corti. Mosca: “Loro posizione non costruttiva”

Dopo un ritardo di una settimana rispetto a quanto concordato col Cremlino, gli Stati Uniti hanno condotto un volo sul territorio russo sulla base del trattato che promuovere la trasparenza della forze e della attività militari. Una mossa che non è piaciuta ai russi.
A cura di B. C.
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Dopo una serie di ritardi, ieri gli Stati Uniti hanno condotto un volo sulla base del trattato di intelligence Open Skies sul territorio russo. La conferma arriva da un funzionario del Dipartimento di Stato, secondo quanto riportano i media americani. Il "volo spia" era originariamente previsto per il 14 aprile, ma è stato annullato dal Cremlino dopo che l'US Team incaricato del volo non è riuscito ad arrivare nei pressi della capitale russa e Mosca ha rifiutato temporaneamente di ripianificarlo. Un portavoce del ministero degli Esteri russo ha espresso "rabbia" per i ritardi americani, ma anche per la mancata certificazione di un nuovo aereo russo high-tech – il Tu- 214 – da utilizzare per spiare le missioni negli Stati Uniti nell'ambito dell'accordo Open Skies che permette una sorta di "limitato spionaggio legale" sul territorio americano e russo. Il funzionario del Dipartimento di Stato ha però messo le mani avanti, facendo notare che il ritardo della scorsa settimana è da leggere sulla base delle cattive condizioni atmosferiche e non su chissà quale strategia militare del Pentagono. "La missione US Open Skies del 14 aprile è stata ritardata oltre il tempo consentito dal trattato a causa delle condizioni atmosferiche", ha detto il funzionario in un comunicato. "Il volo è stato riprogrammato e il 21 aprile, il velivolo US Open Skies ha iniziato la sua missione nella Federazione Russa".

Ma un portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexander Lukashevich, ha criticato gli Stati Uniti, definendolo il ritardo "altamente non-costruttivo". Lukashevich ha ammesso di aver cancellato il "volo spia" del 14 aprile dopo che la l'US Team non era riuscito ad arrivare al check point concordato a Kubinka, una cittadina a circa 40 km a ovest di Mosca. Il volo però sarebbe dovuto avvenire nell'arco di 24 ore. "Tuttavia gli americani non si sono presentati". ha detto. "Quando una nuova richiesta di volo è arrivata, l'abbiamo respinta per una buona ragione , tenendo conto, tra le altre cose , che la Russia aveva già sostenuto alcuni costi durante la loro attesa". Ma i russi sono infuriati con gli americani anche per il rifiuto degli Stati Uniti di certificare il nuovo Russian Open Skies per l'uso negli Stati Uniti. "Dobbiamo affermare con rammarico che la parte americana, l'unica delle parti del Trattato sui Cieli aperti, ha assunta una posizione altamente non – costruttiva per l'esame delle nostre apparecchiature, adducendo motivazioni che non sono previste nel trattato", ha detto Lukashevich. Il trattato Open Skies, in vigore dal 1 gennaio 2002, stabilisce un regime di voli di osservazione non armati sui territori dei 34 paesi firmatari, per promuovere la trasparenza della forze e della attività militari.

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