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Omicidio Vasto, l’avvocato di Di Lello: “D’Elisa strafottente, non ha mai chiesto scusa”

L’avvocato Giovanni Cerella, difensore di Fabio Di Lello, in un’intervista a Radio Capital ha descritto Italo D’Elisa, l’uomo ucciso ieri dal suo assistito, come una persona che dopo l’incidente che ha provocato la morte di Roberta Smargiassi “non ha mostrato segni di pentimento”. E su Di Lello ha aggiunto: “Era sotto shock”.
A cura di Susanna Picone
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“Italo D'Elisa, dopo aver ucciso Roberta, nell'incidente, non ha mai chiesto scusa, non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, era strafottente con la moto. Dava fastidio al marito di Roberta. Quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi”. Con queste parole l’avvocato Giovanni Cerella, difensore di Fabio Di Lello, ha parlato delle persone coinvolte nel dramma avvenuto ieri a Vasto, nella provincia di Chieti, dove il suo assistito ha sparato e ucciso Italo D’Elisa, il giovane che nel luglio scorso aveva provocato un incidente stradale e la morte della moglie di Di Lello, la trentaquattrenne Roberta Smargiassi. L’avvocato, già legale di parte civile per il procedimento che riguardava l'incidente stradale e ora difensore di Di Lello, ha parlato della vittima ai microfoni di Radio Capital e ha detto che D’Elisa tre mesi dopo l'incidente aveva ottenuto il permesso per poter tornare a guidare la moto perché gli serviva per andare a lavorare.

“Non pensavo stesse ipotizzando una vendetta” – L’avvocato ha inoltre parlato del suo assistito, che secondo chi lo conosceva non si era mai ripreso dalla morte della moglie. “Fabio era sotto shock, era depresso per la perdita della moglie, andava molto spesso al cimitero – ha detto ancora il legale a Radio Capital – pensava giustizia non fosse stata fatta ma incontrandolo non ho mai avuto l'impressione che stesse ipotizzando una vendetta. Sono rimasto sbalordito quando ho saputo. Lui non aveva dimestichezza con le armi”. L’avvocato ha anche risposto a una domanda relativa alla tesi difensiva di D'Elisa secondo la quale al momento dell'incidente Roberta Smargiassi avrebbe indossato male il casco: “C’è una perizia che ha fatto piena luce sulle responsabilità”, ha detto l’avvocato.

Vicenda che ha sconvolto tre famiglie – “È un momento difficile, una vicenda che ha sconvolto per sempre tre famiglie”, hanno detto ancora Cerella e il collega Pierpaolo Andreoni. Di Lello è rinchiuso da ieri sera in una cella del carcere di Torre Sinello a Vasto, dopo diverse ore trascorse nella caserma dei Carabinieri. L'inchiesta è condotta dal pm Gabriella De Lucia. Gli avvocati sono in attesa delle decisioni della Procura, per conoscere il capo di imputazione, la data e il luogo dove sarà tenuto l'interrogatorio di garanzia.

L’avvocato della vittima: “Campagna d’odio contro Italo” – Per la famiglia della vittima ha parlato l’avvocato Pompeo Del Re, il quale ha confermato che il percorso della giustizia dopo l’incidente che aveva provocato la morte di Roberta Smargiassi stava andando avanti. E che Italo D’Elisa, indagato per omicidio stradale, sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al gup. Secondo l’avvocato c’è stata una campagna di odio da parte dei familiari della donna “che purtroppo ha portato a questo risultato”. “Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c’è stato chi l'ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l'altro dopo tempo, quindi una premeditazione”, ha detto ancora l’avvocato della vittima.

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