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Omicidio Pordenone, lo zio della donna uccisa fu vittima di lupara bianca

Proseguono le indagini sul duplice omicidio di Pordenone, dove due fidanzati sono stati uccisi a colpi di pistola in auto. C’è anche la criminalità organizzata tra le ipotesi.
A cura di Susanna Picone
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Prosegue il mistero sul duplice omicidio di Pordenone, dove martedì sera due fidanzati – la 30enne Teresa Costanza e il 29enne Trifone Ragone – sono stati trovati senza vita in auto nel parcheggio del palasport. Entrambi uccisi con diversi colpi di pistola da un killer che, secondo quanto affermato dal procuratore Marco Martani, ha dimostrato estrema determinazione e freddezza. Gli inquirenti indagano a trecentosessanta gradi, senza escludere alcuna pista. Neanche quella passionale, di un possibile spasimante invaghito della donna o di vicende legate al mondo dei buttafuori. E non si esclude neppure la pista della criminalità organizzata. Da quanto è emerso Antonio Costanza, fratello del padre della donna uccisa, fu erroneamente vittima anni fa della lupara bianca in Sicilia. A rivelarlo ai magistrati sono stati i collaboratori di giustizia Maurizio e Beniamino Di Gati e Luigi Putrone: i pentiti hanno raccontato che Antonio Costanza venne ucciso nel 1995 e poi sepolto con la sua auto in un terreno di Campofranco (Caltanissetta).

La famiglia di Teresa Costanza si era trasferita in Lombardia nel 2006 – La “lupara bianca” era stata decisa da Cosa Nostra – stando sempre al racconto dei collaboratori di giustizia – dopo la cattura del boss di Santa Elisabetta (Agrigento) Salvatore Fragapane. Lo zio della ragazza uccisa a Pordenone sarebbe stato erroneamente indicato come la spia, come colui che avrebbe indicato agli investigatori il nascondiglio del boss Fragapane. Fu poi Giovanni Brusca a spiegare come i boss di quel tempo caddero in errore: non fu Antonio Costanza ad indicare il covo dove si nascondeva Fragapane. Il padre di Teresa Costanza, imprenditore edile, non avrebbe mai frequentato gli ambienti mafiosi e circa 10 anni fa forse anche per lasciarsi alle spalle la storia del fratello ucciso si è trasferito con la sua famiglia – fra cui anche Teresa – nel Milanese. Teresa, laureata alla Bocconi e impiegata in un’agenzia di assicurazioni, ha poi conosciuto il fidanzato Trifone Ragone col quale aveva deciso di andare a vivere a Pordenone.

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