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“Offese a Napolitano e Monti. Condannate Bossi a 18 mesi”

Nel 2011, durante una manifestazione leghista aveva insultato l’allora presidente della Repubblica e l’allora presidente del Consiglio. Ora per il fondatore della Lega, l’accusa ha chiesto 18 mesi di condanna.
A cura di Biagio Chiariello
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Vilipendio alle massime cariche dello Stato: un’accusa che potrebbe costare all’ormai ex leader della Lega Nord, Umberto Bossi, un anno e sei mesi di reclusione. Almeno questa è la richiesta del sostituto procuratore di Bergamo, Gianluigi Dettori al processo in cui il Senatùr è imputato per “offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica”, con l’aggravante della discriminazione etnica, e appunto, per “vilipendio alle istituzioni”. Le offese a cui fa riferimento l’accusa, registrare e pubblicate in diversi video in Rete, hanno avuto luogo il 29 dicembre del 2011 alla manifestazione ‘Bèrghem Frècc’ di Albino (Bergamo) .

Bossi si era rivolto prima all’allora premier Mario Monti. “Ma lui lo sa che molti allevatori si sono impiccati? Questi coglionazzi del governo lo sanno?” aveva esclamato l’allora segretario del Carroccio dal palco. “Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica”, aveva rincarato, esibendo il gesto delle corna. E poi ancora: “Napolitano, Napolitano, nomen omen, terun…”. E quando il pubblico aveva iniziato a scandire: “Monti, Monti, vaffanculo…” il leader dal palco aveva replicato. “Eh…magari gli piace anche…” Frasi e gesti che non passarono inosservati, tanto che molti cittadini denunciarono il siparietto in varie Procure: per competenza territoriale tutto è finito nelle mani della Procura di Bergamo, e il caso è stato affidato al pm Gianluigi Dettori, che ha chiesto il processo per Umberto Bossi. Per la difesa, affidata all’avvocato Matteo Brigandì, si trattava, invece, di esternazioni nell’ambito dell’attività politica. “Quelle frasi, e quei gesti, non possono in alcun modo essere considerati espressione di un diritto di critica”, ha invece sottolineato il pubblico ministero”. La prossima udienza, con probabile sentenza dopo le repliche, il 22 settembre.

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