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Obama: “Gli USA sono più forti che mai”. E cita il Papa: “No all’odio contro musulmani”

Con l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione, è iniziato l’addio alla Casa Bianca del 44º e attuale presidente degli Stati Uniti d’America: “Viviamo tempi di grandi cambiamenti, non cedere alle paure”. E ricorda le parole del Pontefice al Congresso: “Non imitiamo i tiranni e gli assassini”. Quindi l’appoggio implicito alla candidatura di Hillary Clinton.
A cura di Biagio Chiariello
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"Tutti coloro che parlano di declino economico dell'America vendono fiction" così come "sono chiacchiere le retoriche sui nostri nemici che diventano più forti mentre gli Usa si indeboliscono: gli Stati Uniti d'America sono la nazione più potente della terra. Punto e basta". Un Barack Obama più sicuro che mai quello che ha pronunciato il suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione. Il Presidente USA ha rivendicato i successi della sua amministrazione, a partire dalla creazione di 14 milioni di posti di lavoro, attaccando poi i candidati repubblicani alla sua successione, con Donald Trump in prima line: “quelli che per ogni crisi in Medio Oriente hanno in mente solo bombardamenti a tappeto", e quelli che "regalano allo Stato Islamico la rappresentanza di una delle più grandi religioni del mondo". E ha continuato, citando Papa Francesco: "quando i politici insultano i musulmani questo non ci rende più sicuri. E' solamente sbagliato. Ci sminuisce agli occhi del mondo e rende più difficile raggiungere i nostri obiettivi. E tradisce quello che siamo come Paese".

"Il futuro che vogliamo – ha affermato ancora Obama – è fatto di opportunità e sicurezza per le nostre famiglie, di uno standard di vita migliore e sostenibile, di un pianeta in pace per i nostri figli. Tutto ciò è nelle nostre possibilità. Ma solo se lavoreremo insieme, se avremo un dibattito costruttivo. Solo se consolideremo le nostre politiche".
"E politiche migliori – ha aggiunto il presidente americano – non vuol dire essere d'accordo su tutto. Questo è un grande Paese, con diverse regioni, abitudini e interessi. E' anche la nostra forza. Ma la democrazia richiede un legame fondamentale di fiducia tra i suoi cittadini".

"L'America – afferma il Presidente Obama – ha più volte affrontato grandi cambiamenti: guerre, depressione, flussi migratori, lavoratori che hanno lottato per i loro diritti, movimenti che hanno lottato per espandere i loro diritti civili. Ed ogni volta – prosegue il presidente americano – ci sono coloro che ci dicono di avere paura del futuro, che chiedono di porre un freno al cambiamento, promettendo di restaurare la gloria passata. E ogni volta abbiamo superato queste paure. E per questo siamo diventati più forti e migliori di prima".

L'ultimo discorso di Obama sullo Stato dell'Unione

Non è mancato un riferimento alle polemiche per la vendita di armi facili negli USA. In tal senso Obama ha lasciato una sedia vuota durante il suo intervento, a voler simboleggiare le vittime degli assalti armati. Ha poi auspicato di poter lavorare con il Congresso sulla riforma della giustizia criminale e nella lotta contro l'abuso di droga. E’ tornato a parlare dell’ipotesi di chiudere la prigione di Guantanamo e sottolineato l’importanza di nuovi investimenti in ricerca. "Rendiamo l'America il paese in grado di curare il cancro una volta per tutte", ha detto, affidando "la guida della missione" al vice presidente Joe Biden, che ha perso il figlio Beau proprio a causa di un tumore.

Obama ha infine sottolineato lo sforzo profuso durante la sua presidenza per arrivare all'accordo nucleare con l'Iran, per l'avvio di una nuova era di relazioni con Cuba, per l'accordo sul clima di Parigi e per combattere l'Ebola. Sul fronte interno, ha rivendicato la ripresa dalla crisi economica e l'approvazione dell'Obamacare. "Spero che tra 10 mesi a succedermi sarà chi è veramente in grado di portare avanti quei cambiamenti che sono inevitabili. Ma il cui successo dipende solo da scelte condivise" ha concluso, in quello che appare un implicito sostegno alla candidatura di Hillary Clinton.

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