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Neonato gettato dal balcone: il piccolo nato da una relazione extraconiugale della madre

Lo ha confermato l’esito del dna disposto dalla procura di Ivrea sul corpo di Giovanni, il neonato che la madre, Valentina Ventura, 34 enne, ha gettato dal balcone del secondo piano dello stabile di Settimo Torinese, dove vive col compagno (non indagato) e la figlia di 3 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Ci sono importanti sviluppi sulla vicenda del piccolo Giovanni Di Settimo, il neonato morto lo scorso 30 maggio a Settimo Torinese, dopo essere stato trovato in strada in via Turati. Il piccolo, che poi si è scoperto essere stato gettato dal balcone di casa dalla madre Valentina Ventura, era frutto di una relazione extraconiugale. Lo ha confermato l’esame del Dna disposto dalla procura di Ivrea. La 34enne attualmente si trova in carcere a Vallette con l'accusa di omicidio aggravato, mentre il compagno, che non risulta nemmeno indagato, ha sempre riferito di non essere stato neanche al corrente della sua gravidanza. Per gli inquirenti, dunque, la versione dei fatti fornita dall’uomo è assolutamente compatibile con la ricostruzione dei tragici e scioccanti eventi. Ora ha saputo anche di non essere il padre del neonato; resta comunque nell'inchiesta nelle vesti di testimone.

Giovanni è morto per le lesioni causate da un trauma  “perfettamente compatibile con una caduta dal balcone”, come aveva stabilito l’autopsia effettuata sul corpicino del piccolo, confermando l'ipotesi investigativa su cui indagano i carabinieri  coordinati dalla procura di Ivrea. Il bambino era caduto di testa, lanciato dal balcone del secondo piano dove Valentina Ventura vive con il compagno e una figlia di 3 anni, affetta da una grave malattia ereditaria che colpisce i nervi, come spiegato da La Stampa.

La 34enne aveva confessato l’omicidio solo dopo diversi interrogatori. “Un confronto non facile che ci ha lasciati interdetti per la normalità con cui la donna ha appreso le accuse”, aveva spiegato il procuratore Ferrando. “La donna – aveva aggiunto il magistrato – ha detto di essere andata in bagno, e che il bambino è nato ma non ricorda cos’è successo dopo. Anche se ha pulito il sangue. Al marito che aveva visto il sangue, ha detto di aver avuto mestruazioni abbondanti. Dopo ha portato la figlia più grande a scuola ed è tornata a casa”. “Al momento – affermano gli investigatori – non sono emerse responsabilità da parte di altre persone”.

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