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Napolitano: sì alla grazia a Joseph Romano, il militare Usa che rapì Abu Omar

Da fonti vicine al Quirinale il presidente della Repubblica si è ispirato nella concessione della grazia al militare Usa allo stesso principio che si cerca di far valere per i nostri due marò in India.
A cura di Davide Falcioni
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Abu Qatada

Giorgio Napolitano ha deciso di concedere la grazia al colonnello dell'Air Force One Joseph Romano in relazione alla condanna alla pena della reclusione e alle pene accessorie inflitta con sentenza della Corte d'Appello di Milano del 15 dicembre 2010, divenuta irrevocabile il 19 settembre 2012 nell'ambito della vicenda Abu Omar. Romano al tempo del sequestro era capo della sicurezza della base di Aviano, base dove l'Imam venne portato – secondo quanto ha dimostrato il processo – per essere poi trasferito prima alla base Nato di Ramstein e poi in Egitto. Secondo quanto si apprende da fonti vicine al Quirinale il presidente della Repubblica si è ispirato nella concessione della grazia al militare Usa allo stesso principio che si cerca di far valere per i nostri due marò in India.

Con la grazia Napolitano ha inteso dare "soluzione a una vicenda considerata dagli Stati Uniti senza precedenti" e ovviare "a una situazione di evidente delicatezza sotto il profilo delle relazioni bilaterali con un Paese amico". Lo si legge in un comunicato del Quirinale. A fondamento della concessione della grazia, il Capo dello Stato ha tenuto conto del fatto che il Presidente Usa Barack Obama, subito dopo la sua elezione, ha posto fine a un approccio alle sfide della sicurezza nazionale, legato ad un preciso e tragico momento storico e concretatosi in pratiche ritenute dall'Italia e dalla Unione Europea non compatibili con i principi fondamentali di uno Stato di diritto". Lo si legge in un lungo comunicato del Quirinale che spiega la grazia al colonnello Joseph L. Romano III.

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