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Napolitano: “Se i giovani non trovano lavoro l’Italia è finita”

E’ la risposta che il presidente della Repubblica, in visita a Monfalcone, ha dato ad un ragazzo che tra la folla gli chiedeva cosa si può fare contro la mancanza di occupazione.
A cura di Biagio Chiariello
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L’annoso problema della disoccupazione giovanile è uno dei mali peggiori che affligge il nostro Paese. Lo sa bene Giorgio Napolitano che a Monfalcone ai cittadini che gli chiedono quale sarà il futuro dell’Italia, lui risponde così: “Se i giovani non trovano lavoro siamo finiti”. Una frase pronunciata con estrema chiarezza a sincerità. “Presidente, c’è speranza che i giovani possano trovare lavoro?”, è la domanda che un ragazzo gli ha rivolto tra la folla. Napolitano si è fermato e si è rivolto al ragazzo con l’intento di rassicurarlo su quella che ormai è divenuta una piaga dai contorni inquietanti: una disoccupazione giovanile che arriva al 43% e che nel Sud supera quella del 50 per cento.

 Napolitano in Friuli per le celebrazioni della I Guerra Mondiale

Il Presidente della Repubblica era in provincia di Gorizia, dove ha questa mattina inaugurato una mostra sulla Prima Guerra Mondiale. "Dall'esempio della Prima Guerra Mondiale deve derivare la convinzione dell'assoluta necessità di sradicare i nazionalismi aggressivi e bellicisti, dando vita a un progetto e a un concreto processo di integrazione e unità dell'Europa", ha detto inaugurando la mostra Alisto-Sulle Ali della storia, dedicata agli aviatori italiani del conflitto. "Sappiamo che allora grandi masse di figli dell'Italia umile e provinciale scoprirono di essere cittadini. L'Italia uscì perciò da quella guerra trasformata socialmente e moralmente". Napolitano è stato accolto dal sindaco e dal governatore del Friuli Debora Serracchiani.

Il Presidente ricorda suo padre

Nel suo discorso, il capo dello Stato ricordato "come ho già fatto una volta", la figura del padre, "ufficiale di complemento al fronte, che scrisse di quei fanti in trincea, che non si svestivano da mesi e da un momento all'altro dovevano salire alla contesa linea di Monte Valbella". Napolitano ha sottolineato che volle "ricordarli impegnati nella estrema, pietosa mansione di tracciare scavare comporre, nel luogo che pareva più coperto, tombe per i resti per i poveri caduti".

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