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Monte Paschi: Chiusa l’indagine, in arrivo i rinvii a giudizio per i manager

Chiuse le indagini della Procura di Siena a carico degli ex manager della banca. Numerosi i reati contestati agli indagati tra cui aggiotaggio, ostacolo agli organi di vigilanza, insider trading e falso.
A cura di Antonio Palma
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La Procura di Siena ha chiuso le indagini sullo scandalo del Monte Paschi e nelle prossime ore sono attese le richieste di rinvio a giudizio per gli ex manager della banca indagati. Gli avvisi di conclusione delle indagini sull’acquisto di Banca Antonveneta da parte di Mps infatti sono un atto dovuto prima delle richieste di rinvio. Gli atti di chiusura indagine sono stati notificati mercoledì mattina dagli investigatori del Nucleo di Polizia Valutaria guidati dal generale Giuseppe Bottillo a una decina di soggetti, tra persone fisiche e persone giuridiche. Tra gli indagati dell'inchiesta Monte Paschi per l’acquisizione di Antonveneta oltre alla stessa banca senese chiamata in causa per la legge 231 sulla responsabilità delle imprese, figurano l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, e gli ex dirigenti e revisori dei conti, Daniele Pirondini, Raffaele Giovanni Rizzi, Marco Morelli, Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti.

Indagata anche Jp Morgan – I reati contestati a vario titolo vanno dalle false rappresentazioni in prospetto alla manipolazione del mercato, dall'ostacolo agli organi di vigilanza all'aggiotaggio, dal falso in bilancio alle false comunicazioni sociali. In particolare ad alcuni degli indagati i pubblici ministeri di Siena Antonio Nastasi, Claudio Natalini e Giuseppe Grosso contestano anche il pesante reato di insider trading per aver lucrato  personalmente  sull’acquisto disastroso di Antonveneta ai danni della stessa Mps. Tra questi ultimi secondo indiscrezioni ci sarebbe lo stesso ex Presidente Mussari la cui posizione si sarebbe aggravata rispetto all'inizio dell'inchiesta giudiziaria. Nel mirino della Procura senese inoltre anche J.P.Morgan per non avere comunicato alla Banca d’Italia di aver ricevuto da Mps una "indemnity" con cui venivano garantite eventuali perdite.

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