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News sul caso Daniela Santanchè

Cosa succede se Daniela Santanchè viene rinviata a giudizio: il piano di Meloni

Dopo che la Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta con l’ipotesi di falso in bilancio per la presunta gestione irregolare di Visibilia Editore a carico della fondatrice ed ex presidente Daniela Santanchè, Meloni non si è espressa. Ma nel caso in cui arrivasse un rinvio a giudizio per la ministra l’ipotesi dimissioni sarebbe inevitabile.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra del Turismo Santanchè ha ricevuto venerdì la notifica dell'avviso di chiusura delle indagini preliminari nell'inchiesta che la vede indagata per falso in bilancio relativo alla società Visibilia Editore spa, da lei fondata e di cui fino al 23 gennaio del 2022 è stata presidente.

Il filone di inchiesta in cui si ipotizza la bancarotta è "stato stralciato dal procedimento principale poiché per nessuna delle società del gruppo Visibilia è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza", ha precisato in una nota la Procura di Milano. Lo scorso 22 marzo alla ministra del Turismo era stato già notificato un altro avviso di chiusura delle indagini preliminari per la presunta truffa all'Inps nell'erogazione indebita della cassa integrazione in deroga Covid-19 per 13 dipendenti di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. Quali ripercussioni avranno quindi queste vicende sul governo?

La scorsa settimana è stata bocciatura della mozione di sfiducia contro la ministra di Fratelli d'Italia, con la maggioranza che ha blindato Santanchè, mantenendo la linea garantista. Ma visto gli ultimi sviluppi giudiziari l'ipotesi dimissioni non è da scartare. "Nessuno mi ha chiesto di dimettermi", aveva assicurato nelle scorse Santanchè. Ma secondo qualcuno la stessa premier Giorgia Meloni all'inizio di aprile le avrebbe chiesto almeno una riflessione, visto che i prossimi mesi saranno delicati per l'esecutivo, con la campagna elettorale per le europee, durante la quale i partiti del centrodestra si troveranno spesso su fronti contrapposti (alle europee si vota con il sistema proporzionale). Ma per il momento la premier prende tempo.

Qualche giorno fa il vicecapogruppo vicario del Senato di Fdi Speranzon aveva detto che in caso di rinvio a giudizio Santanchè potrebbe valutare anche di fare un passo indietro: "Deciderà lei, in quel caso. Nessuno glielo chiederà. Al momento non c'è alcun rinvio a giudizio e le mozioni di sfiducia a Salvini e Santanchè verranno respinte nettamente e senza problemi. In caso di rinvio a giudizio sarà Santanché a decidere che fare. Se in quel caso dovesse fare un passo indietro sarà il Presidente del Consiglio a decidere il da farsi mantenendo invariati gli equilibri nella maggioranza".

Meloni non si è ancora espressa pubblicamente sugli ultimi sviluppi giudiziari, ma è chiaro che un rinvio a giudizio per Santanchè non potrebbe essere ignorato. In quel caso le chiederebbe di lasciare il ministero.

Ma il gip, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, non si esprimerà prima dell’estate, quindi la senatrice resterà almeno fino al voto di giugno al suo posto. Nel caso in cui il gip dovesse mandare a processo Santanchè, il piano di Meloni è quello di assumere per sé, ad interim, la carica di ministra del Turismo, affidando poi il ruolo operativo al sottosegretario, che oggi non è nominato, secondo quanto ha scritto la Repubblica. In lizza ci sono il deputato Gianluca Caramanna, il vice capogruppo alla Camera Manlio Messina, il senatore Gianni Berrino, Sebastiano Pappalardo che è oggi nel cda dell’Enit, o l’assessore regionale al Turismo in Calabria Fausto Orsomarso.

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