Maturità 2013, il caso di Ovada: bocciatura o esame da rifare?
Esame di maturità da ripetere, voto minimo per la prova di matematica o addirittura una punizione ancora più drastica. Spetterà al Ministero dell’Istruzione decidere il futuro (scolastico) di 70 maturandi accusati di aver copiato nei bagni della proprio a scuola durante la seconda prova dell'esame di Stato. E' accaduto al liceo scientifico Pascal di Ovada, vicino ad Alessandria, dove durante la prova di matematica, si è verificato uno strano andirivieni da uno dei bagni dell'istituto. Ma il commissario d'esame non si è fatto buggerare e ha voluto vederci chiaro in questo continuo "pellegrinaggio" in direzione toilette. Forse la sorpresa non è stata neanche poi così grande, quando sulla parete ha trovato affisso un grande foglio con la soluzione scritta a mano.
Immediato l’intervento dell’Ispettore ministeriale e anche dei Carabinieri. Il motivo è presto detto: copiare all'esame di Stato è un reato. "Sono chiare le disposizioni – dice la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Pertini – in materia: una copiatura del genere è un reato bello e buono". Aggiunge: "Comunque per me gli studenti in questo caso sono gli unici ad essere innocenti. Al massimo hanno approfittato di un’occasione che si è presentata che non era stata voluta, né prevista o nemmeno organizzata da loro". Saranno i carabinieri a fare chiarezza.
E quindi ora che succede? Il problema, sottolinea La Stampa, è che tutti coloro che hanno avuto "bisogno" del bagno (e la lista, come da regolamento, c’è) potrebbero aver letto le soluzioni sul foglio nascosti nelle toilette. Quindi come comportarsi? Ripetere la prova di matematica per tutti i 70 gli studenti che sono andati al bagno, magari, alcuni, inconsapevoli che su quel muro c'era il compito bello e fatto? Un'altra soluzione sarebbe quella di annullare la prova. E in questo caso è praticamente impossibile che i maturandi coinvolti riescano a raggiungere i 60 punti minimi per passare la maturità (a proposito, oggi c'è il "quizzone"). Insomma, il rischio bocciatura è concreto. Il problema, però, è anche un altro. Come detto: copiare alla maturità significa trasgredire la legge: il rischio è "la reclusione da tre mesi ad un anno”. Anche per questo molti genitori sono ricorsi ad avvocati per intraprendere azioni legali.