Matteo Salvini: “Berlusconi non è più leader, ora tocca a me sfidare il PD”
“Tocca a me l'onore e l'onere di guidare l'opposizione contro il Partito Democratico”. È questo il passaggio più rilevante dell’autobiografia di Matteo Salvini ("Secondo Matteo", follia e coraggio per cambiare il Paese), presentata alla stampa dal leader leghista alla sede della Stampa Estera e da domani disponibile nelle librerie. Un ragionamento che muove dalla consapevolezza del fatto che “Forza Italia è dilaniata dal Patto del Nazareno”, ha perso pezzi ed è ancora alla ricerca di una alternativa politica. Dunque, tira le somme Salvini, “tocca a me guidare la coalizione”.
Il leader leghista ricorda infatti che “fino al 2013 il pallino è rimasto nelle mani di Silvio Berlusconi”, ma che ora evidentemente “Forza Italia è un partito in calo, indebolito da faide interne” e dunque il Cavaliere, cui Salvini riconosce “un ruolo fondamentale”, non può più “essere il solo cardine della coalizione”. Coalizione i cui equilibri sono cambiati nel corso del tempo, considerando che “la Lega ora è il partito più forte”.
Ovviamente, non è la prima volta che il leader leghista fa capire di considerare chiusa la carriera politica di Silvio Berlusconi (o almeno di mettere in discussione il suo ruolo di leader), ma è evidente come parole di questo tipo acquistino una valenza maggiore se pronunciate a poche settimane dalle elezioni amministrative. Una consultazione che vede FI e Lega andare insieme nella quasi totalità dei Comuni interessati dal voto, ma che ha fatto emergere profonde distanze fra Berlusconi e Salvini quanto all'orientamento "ideologico" della coalizione di centrodestra. Una distanza evidenziata proprio dalla scelta del candidato alla carica di Sindaco di Roma, con Berlusconi che ha deciso di sostenere Marchini e non Giorgia Meloni, sostenuta fin dall'inizio dal leader della Lega Nord.