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M5S sfida il Pd: “Inutile perdere ancora tempo, rispondete alle nostre 6 richieste”

Dopo l’ennesimo nulla di fatto in streaming, il Movimento 5 Stelle si rivolge e Renzi e chiede risposte chiare su alcuni punti della proposta di legge elettorale.
A cura di Redazione
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Dopo l'ennesimo nulla di fatto dell'inconto in streaming fra la delegazione del Partito Democratico e quella del Movimento 5 Stelle, con tanto di nuovo rinvio, è la componente grillina a fare il primo passo provando a rompere lo stallo. Così, i cinque stelle chiedono che il Pd sciolga finalmente la riserva su alcuni punti dirimenti della proposta di modifica della legge elettorale, chiarendo una volta per tutte se sussistono i margini per continuare il percorso comune. Con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, dunque, si invita Renzi a rispondere con serietà e trasparenza e di farlo per iscritto, "onde evitare ulteriori perdite di tempo e spettacoli inconcludenti come l'ultimo streaming" e per "dare ai cittadini una legge elettorale nata dal confronto tra le due principali forze politiche del Paese, e non dagli accordi segreti presi con un condannato".

In particolare, il Pd dovrebbe dare risposte chiare su una serie di punti qualificanti:

  1. La questione del doppio turno: in questo quadro si comprende come il doppio turno, in sé manipolatorio della volontà dell’elettorato (in quanto affida a quanti avevano votato per partiti diversi dai due in lizza, il giudizio sul vincitore), diventa un ulteriore elemento distorsivo, che aggrava la situazione. Infatti, per definizione può accadere che il ballottaggio venga vinto da chi era arrivato secondo nel primo turno, magari con percentuali molto basse, come in molti comuni, dove ha vinto il ballottaggio un candidato che aveva ottenuto solo il 18-19% dei voti al primo turno e si è visto attribuire il 60% dei seggi, cioè più del triplo della sua quota elettorale. Questo può essere accettabile per elezioni amministrative ma non per elezioni politiche, dove il principio di rappresentatività deve essere ben più rigido per le ben diverse attribuzioni di potere dell’organo eletto
  2. La proposta attuale: Allo stato attuale, l’Italicum prevede un premio del 15% al primo turno nel caso una coalizione ottenga almeno il 37,5% (con che conquisterebbe il 52% dei seggi) ed assegna il 52% dei seggi, comunque, a chi vinca il secondo turno, attribuendo, quindi un premio sicuramente superiore al 15% e potenzialmente molto maggiore anche al 24,5% che era parso eccessivo alla Corte Costituzionale. Per cui siamo in piena incostituzionalità della legge. […] l M5s è disponibile ad accettare un premio di maggioranza in quota fissa (il 15% pari a 94-95 seggi) oppure un premio finale che assicuri la maggioranza assoluta al vincitore, ma a condizione che si stabilisca una soglia minima per poterlo ottenere (cioè che il partito vincente abbia ottenuto almeno il 35% dei voti al primo turno)
  3. L’entità del premio e le garanzie costituzionali: strettamente in relazione all’entità del premio sono anche tre questioni molto delicate: la maggioranza qualificata con la quale si può modificare la Costituzione senza referendum popolare, l’elezione del Presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali. Con una maggioranza precostituita del 52-54% ed in presenza della riforma del Senato che si prospetta, diventa concretissimo il rischio, che i Costituenti avevano voluto evitare, dell’ “Asso prende tutto” […] Dunque, per evitare questo rischio occorre “mettere in sicurezza la Costituzione”: il premio di maggioranza è accettabile solo se accompagnato a diversi meccanismi di garanzia costituzionale come rivedere la titolarità del potere di elezione dei giudici costituzionali o le maggioranze richieste, altrettanto per il Presidente della repubblica e per il processo di revisione costituzionale.
  4. Le preferenze: sin dalla sua fondazione il M5s ritiene qualificante il ritorno all’elezione dei deputati attraverso il metodo delle preferenze che è ritenuto qualificante anche dalla sentenza della Corte Costituzionale.
  5. Coalizioni e clausole di sbarramento: il M5s ha segnalato l’opportunità di assegnare l’eventuale premio di maggioranza al singolo partito e non alle coalizioni, che spingono a grandi ammucchiate prive di sostanziale unità politica che, dopo il voto, si sciolgono rapidamente. Ma perché questa misura sia efficace, occorre completarlo eliminando le soglie di sbarramento o, ridurle a valori minimi (l’1%)
  6. Soglie di sbarramento ed effetto di sommatoria: C’è poi un secondo aspetto da considerare, le soglie di sbarramento diventano un modo surrettizio per accrescere il premio di maggioranza, infatti, anche fissando al 2% la soglia, se ci fossero 7-8 partiti che ottenessero in media l’1,5%, questo vorrebbe dire che ci sarebbe un 10-12% di seggi non assegnati che andrebbe ai partiti maggiori ed, in primo luogo, al partito vincitore, il cui bottino elettorale si accrescerebbe di un buon 5-6% avvicinandosi pericolosamente alla sogli per la revisione costituzionale
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