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Opinioni

Lo psichiatra: andare con le baby-squillo è comportamento da impotenti

I fatti di cronaca recente – che hanno visto professionisti della “Roma bene” pagare giovanissime ragazze che si prostituivano – gettano una luce inquietante sulla sessualità, la moralità degli adulti e sui comportamenti sessuali dei giovanissimi. Cerchiamo di capire “a che punto siamo” assieme ad Antonio Fenelli neuropsichiatra, docente SITCC (Società Italiana Terapia Cognitivo Comportamentale).
A cura di Sabina Ambrogi
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Sono state chiamate “baby squillo” le quindicenni che si vendevano nel quartiere romano dei Parioli e che vede accusati di prostituzione minorile, assieme a Mauro Floriani – marito di Alessandra Mussolini- diversi professionisti benestanti. Ma forse, sarebbe stato molto più giusto accendere una luce sulla sessualità dei clienti che si approfittano di ragazzine gestite da adulti senza scrupoli. Tuttavia, sempre di questi giorni un'inchiesta del Fatto Quotidiano sul sesso degli adolescenti ha fatto molto discutere: vengono fuori comportamenti sessuali disinibiti e soprattutto privi di emozioni e senza piacere. E' una questione di “ educazione sentimentale” dice il professor Fenelli.

Cosa è successo con le “baby prostitute”?

Da una parte abbiamo delle ragazze di 15 anni che si prostituiscono, dall'altra dobbiamo chiederci perché un adulto ha rapporti con delle adolescenti. Nel caso di pedofili – ma non è questo il caso – il sesso si coniuga con l'idea di “protezione”. Gli stessi pedofili non hanno la percezione di fare un danno: spesso si tratta di “figure di protezione” come maestri, preti, educatori… Se ci ricolleghiamo con il fatto di cronaca del quartiere romano Parioli, le ragazzine da una parte sono predate dagli adulti che usano, pagano e si prendono quello che vogliono, a loro volta le ragazzine si sentono predatrici: secondo loro stanno usando “il cretino” adulto. Anche quelli delle ragazzine sono dei comportamenti per la conquista di un rango all'interno di un branco: ritengono in quel modo di poter conquistare uno status.

I clienti non hanno avuto nessun riguardo per l'età delle ragazze…

Andare con delle ragazzine è uno strumento per essere più potenti dell'altro, senza neanche l'ombra della possibilità di sconfitta. Se vado con una prostituta, sono un predatore, ma vado sempre con un adulto. Nell'altro caso lo sto facendo con una persona molto debole perché è piccola. Sarebbe interessante sapere quei signori cosa provano quando, tornando a casa, guardano la figlia magari della stessa età delle ragazze che hanno appena pagato.

Allora più che un comportamento da predatori sembra un comportamento da sessualmente impotenti…

Certo. E' come dire “voglio vincere facile”, dichiaro che non sono in grado di confrontarmi. In questo senso l'atteggiamento dell'ex premier è stato esemplare. Come è stato per Ruby: era il comportamento di un “predatore” che andava in giro a sgozzare agnelli. Berlusconi disse anche “non mi compro le donne”. Ma è chiaro che è come se fossero state “comprate”: ce le ho perché ho i soldi e il potere. Nessuna di loro frequentava Berlusconi per non avere qualcosa in cambio fosse anche per il solo fatto di essere una prescelta dal potente. Anche nel '68 ad esempio il sesso “andava fatto”, ma rimaneva sempre all'interno di una cornice etica. Restava il residuo dei valori, di quello che provo e sento. Vent'anni di berlusconismo hanno devastato la percezione dei valori, vent'anni di cultura che lo ha alimentato nel proprio seno.

Queste cose però sono successe e succedono ovunque nel mondo, anche senza Berlusconi

Noi lo abbiamo applicato come sistema valoriale possibile, consacrato pubblicamente all'interno delle istituzioni, e celebrato nei media. Non dimentichiamoci le difese che sono state fatte al comportamento dell'ex premier: il berlusconismo è l’espressione di un drammatico cambiamento sociale.

La linea difensiva dei clienti delle ragazzine dei Parioli è che sarebbe stato impossibile distinguere l'età. A volte tra 15 e 19 potrebbe non vedersi la differenza

In Liguria delle ragazze si sono prostituite emulando le coetanee romane, ma sono state “denunciate” da un cliente.Voglio dire che se anche dimostri 19 anni, io nel dubbio, mi astengo. Non mi pare comunque che sia stato neanche quello il caso. Si legge sui giornali che il cuore degli “affari” del traffico di prostitute minorenni fosse basato proprio sulla loro giovanissima età.

In questi giorni sono stati pubblicati sul Fatto Quotidiano dei racconti di alcuni giovanissimi e del loro rapporto col sesso. Sono così cambiati i costumi sessuali dei ragazzi di oggi rispetto al passato?

No, non ci sono grandi novità. Quarant'anni fa le ragazze si sbarazzavano della verginità come oggi: era un modo per entrare nel gruppo senza coinvolgimento. Ma il rito della sessualità va distinto in due parti. Una degna, cioè il fatto di avere comportamenti disinibiti – analoghi al passato – per cose che diano piacere. E un'altra, quando l'uso del sesso si fa per un'altra cosa, si sposta. Lo usano per ottenere altro. Quelli descritti sono comportamenti privi di emozioni.

Cosa dovrebbero fare gli adulti visto che si comportano in modo drammaticamente infantile e i ragazzi come se fossero degli adulti disinibiti…

Appunto, ci dobbiamo chiedere “dove siamo noi”. I ragazzi sembrano lanciare dei messaggi per dare fastidio a noi. L'altra cosa per contrastare una simile situazione sarebbe cercare di capire come possiamo restituire una cultura basata sulla relazione e non sulla solitudine. Quei ragazzi non sembrano consapevoli delle emozioni che provano. Né hanno avuto la risorsa di poter chiedere aiuto e accedere alla protezione dei genitori.

Si dovrebbe allora insegnare un modo “sano” di fare sesso… Ma non rischia di diventare un'antipatica modalità di controllo?

Sono due questioni distinte. Una legata a delle questioni tecniche: l'uso del preservativo, per esempio o per rendere consapevoli i ragazzi circa le malattie sessualmente trasmissibili. L'altro ha a che vedere piuttosto con l' “educazione sentimentale” che si è persa. Il grande vuoto si è formato anche perché la sinistra ha creduto che certi valori riconducibili all'affettività fossero reazionari, la destra li ha liquidati come intralcio all'escalation sociale, oppure nelle forme del perbenisimo familistico da usare come propaganda politica, ma dove dietro si nasconde – fatalmente – di tutto.

Tra le polemiche e lo stupore sollevato dai racconti dei “liceali e il sesso” in molti erano colpiti dalla disinvoltura femminile

Succede sicuramente qualcosa che non va giudicata né buona né cattiva. Prima c'era un' identità sessuale molto più netta, ora molti confini sono più sfumati. Succede nelle professioni – possiamo vedere una donna gracile che guida un tir – e anche nei modi di rapportarsi al sesso. Abbiamo un evidente un cambiamento dell'identità maschio femmina. Fa parte dell'evoluzione. Il linguaggio pudico e la disinvoltura sessuale non sono più riconosciuti propri della femminilità.

Spesso lo fanno solo perché bevono…

L'alcol non è una novità. E' cambiato il consumo che è diventato simile a quello dei paesi nordici. Prima la sbronza era l'incidente ora è la regola per avere uno stato alterato di coscienza, e non pensare: “Io non devo essere presente. Devo essere alterato per stare con gli altri. Se mi sbronzo ci sto e non ci sto”. La cultura dello sballo così è la cultura del non esserci, del non essere presenti a se stessi e quindi di nuovo rimanda a essere soli, senza relazioni piene e “forti”.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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