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Livorno, arrestata infermiera: è accusata di aver ucciso 13 pazienti in ospedale

La donna è accusata di aver provocato direttamente la morte di 13 persone nell’ospedale di Piombino.
A cura di Davide Falcioni
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Update 19:40 – Secondo quanto si apprende, Fausta Bonino sarebbe stata colpita da una forma di depressione. "Non esiste un movente, l'infermiera soffre di conclamate crisi depressive", hanno spiegato i carabinieri che hanno dichiarato di essere al lavoro per verificare anche un presunto abuso di alcol e psicofarmaci. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha commentato l'arresto dell'infermiera di Piombino parlando di una "pratica agghiacciante, orrenda" e ringraziando i Carabinieri del Nas. "Nella classifica degli orrori – ha aggiunto – stavolta abbiamo raggiunto una delle vette commesse dalla miseria umana. L’episodio mette in evidenza ancora una volta la necessità di una tutela particolare per le persone anziane e più fragili che alle strutture sanitarie affidano la loro esistenza". Anche il governatore della Toscana Enrico Rossi è intervenuto, invitando a non generalizzare: "Se verranno comprovati i fatti apprezzo la capacità di indagine e di intervento delle forze dell’ordine e della magistratura. La criminalità, perché di questo si tratta, deve essere colpita senza generalizzare. Io ho avuto anche di recente esperienze familiari e ho trovato infermieri, persone in generale dedite al paziente, alla cura, all’assistenza anche quando a volte diventa davvero difficile".

Omicidio volontario continuato nei confronti di 13 pazienti ricoverati nell'ospedale di Piombino. E' con questa accusa che i carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione di Livorno, coadiuvati da militari del Comando Provinciale, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Livorno, Antonio Pirato, nei confronti dell'infermiera Fausta Bonino, 56 anni originaria di Savona e residente a Piombino, sposata con due figli. Stando a quanto emerso nell'inchiesta, infatti, la donna sarebbe stata responsabile diretta della morti di 13 persone tra il 2014 e il 2015: si tratta di tutti pazienti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino.

Troppi morti nel reparto dove lavorava l'infermiera: così è scattata l'inchiesta

Stando alle prime indiscrezioni trapelate da ambienti investigativi i fatti contestati alla donna risalgono al periodo 2014 2015: a far scattare le indagini è stato un monitoraggio nel reparto in cui lavorava l'infermiera, dove è stato constatato un numero anomalo ed eccessivamente alto di decessi. Le vittime erano prevalentemente persone anziane, non solo malati terminali; secondo l’accusa le morti sarebbero state provocate tramite l’iniezione di un farmaco specifico — non un sedativo ma definito “fuori terapia” — di cui si è avuto riscontro attraverso le analisi effettuate. L'operazione dei Nas è stata denominata "Killer in corsia". La segnalazione di possibili problemi è partita dalla stessa Azienda sanitaria. "Abbiamo cominciato a porci il problema il 9 gennaio 2015 a fronte di un caso di sanguinamento importante di una paziente ricoverata: questo è stato il caso che ci ha messo il sospetto", ha detto Maria Teresa De Lauretis, direttore generale dell'azienda USL Nordovest.

I pazienti uccisi non erano malati terminali: emorragie letali causate da iniezioni di eparina

I giudici hanno riconosciuto alla donna, sposata con due figli e un passato di depressione, l'aggravante della crudeltà. Nell'ottobre 2015, dopo quasi 20 anni in rianimazione, era stata spostata di reparto. Il Nas l'ha arrestata all'aeroporto di Pisa mentre rientrava da una vacanza con il marito. In 12 casi su 13 la Bonino avrebbe utilizzato un farmaco killer nei confronti di donne e uomini tra i 61 e gli 88 anni, ricoverati in ospedale in condizioni gravi ma non terminali. Nell'ordinanza di custodia cautelare si fa riferimento al fatto che l'infermiera fosse presente sul posto in occasione di tutti i 13 decessi. Dopo l'inizio dell'inchiesta sono state accertate altre tre morti. I malati uccisi non versavano in condizioni disperate: nel loro sangue sono stati trovati forti tracce di eparina, segno di dosi massicce, usate per provocare emorragie letali.

12 dei 13 decessi causati da "scoagulazione del sangue"

Dodici dei 13 decessi sono attribuiti a , uno ad arresto cardiaco. Le morti sospette, che hanno fatto scattare le indagini, risalgono al biennio 2014 – 2015: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre del 2014; 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre nel 2015. Solo nell'ottobre 2015 Fausta Bonino era stata spostata di reparto.

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