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Liste pulite, Cancellieri promette: “Decreto operativo per le elezioni 2013”

Il Ministro dell’Interno conferma la volontà del Governo di varare al più presto il decreto sull’incandidabilità dei condannati, ma avverte: “poi però la palla passa al Parlamento”.
A cura di Antonio Palma
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Il rinvio deciso dal Governo per esanimare il decreto sull'incandidabilità dei condannati in Parlamento ha provocato non pochi malumori tra chi si aspettava una maggiore attenzione al problema è una tempistica più snella da parte dell'Esecutivo. A spiegare i motivi del ritardo ci ha pensato oggi il Ministro dell'interno Annamaria Cancellieri parlando a Prima di Tutto, su Rai Radio 1. La numero uno del Viminale ha assicurato innanzitutto che domani il decreto, già preparato insieme ai colleghi Paola Severino e Filippo Patroni Griffi, approderà in Consiglio dei Ministri per essere esaminato. Per quanto riguarda il rinvio invece Cancellieri ha spiegato che il Governo "per la delicatezza della materia ha rinviato il decreto riservandogli un Cdm ad hoc". Infatti con l'urgenza del caso Ilva di Taranto nello scorso Consiglio dei Ministri, l'Esecutivo preferì dedicarsi solo al decreto che evitava  la chiusura degli impianti dello stabilimento siderurgico. Le due questioni ha spiegato Cancellieri si sarebbero sovrapposte e vista l'importanza di fare un buon lavoro su entrambi i fronti è stato preferito rinviare il decreto sulle liste pulite.

Il Parlamento dovrà fare la sua parte – Comunque nessun problema ha spiegato il Ministro,  "Ci siamo presi l'impegno" perché il provvedimento sia già effettivo per le prossime elezioni amministrative e politiche ed è "una sfida che vogliamo vincere". Il decreto, però, una volta ottenuto il parere delle competenti Commissioni parlamentari e varato dal CdM, dovrà passare il vaglio dell'Aula. Lo sa bene anche il Ministro Cancellieri che avverte "naturalmente però poi la palla passa al Parlamento, noi facciamo la nostra parte ma il Parlamento deve fare la sua". Gli emendamenti al provvedimento del governo sia alla Camera che al Senato potrebbero infatti trascinare la questione a lungo lasciando irrisolto il nodo dell'incandidabilità dei condannati per la nuova legislatura.

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