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Libia, il governo chiede aiuto a comunità internazionale per difendere i pozzi di petrolio

Il governo si è detto profondamente proeccupato dopo gli avvertimenti ricevuti dalla Compagnia Nazionale Petrolifera (Noc) e dai rischi paventati dai rapporti delle forze di sicurezza su possibili attacchi a installazioni petrolifere, anche marittime.
A cura di Redazione
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Il Consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj ha chiesto con un comunicato all'Onu, ai Paesi europei e quelli africani confinanti "aiuti per proteggere" le risorse petrolifere del Paese. Il governo si è detto profondamente proeccupato dopo gli avvertimenti ricevuti dalla Compagnia Nazionale Petrolifera (Noc) e dai rischi paventati dai rapporti delle forze di sicurezza su possibili attacchi a installazioni petrolifere, anche marittime. Sarebbe la prima richiesta alla comunità internazionale di fornire aiuto militare al governo libico. Poche ore prima dell'appello, Sarraj ha parlato telefonicamente con il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Solo due giorni fa c'è stato l'ultimo attacco dell'Isis, quando un commando di circa una sessantina di persone ha cercato di forzare il check point nell'area dei pozzi di Brega. Nell'operazione una guardia è rimasta uccisa, mentre altre sette sono state ferite. Da gennaio in poi gli attacchi ai porti e aree petrolifere libiche hanno subito un incremento. In Libia sono presenti riserve stimate in circa 48 miliardi di barili. La Guardia petrolifera – Pfg – che finora è riuscita a evitare che le maggiori installazioni finiscano sotto il controllo dei jihadisti, si è detta disposta ad appoggiare il nuovo governo di unità nazionale di Fayez al Serraj.

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