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La storia di Maria, stuprata e uccisa a 19 anni da un profugo: mega indagine da 1400 testimoni

Maria Ladenburg, figlia di Clemens, alto dirigente della UE, è stata trovata annegata il 16 ottobre 2016 nel fiume tedesco Dreisam, dopo aver subito uno stupro. Dopo un’indagine condotta da una task force speciale, che ha interrogato migliaia di testimoni, il suo aguzzino, Hussein Khavari è stato arrestato dalla polizia tedesca. È un richiedente asilo afgano emigrato dichiarando falsi dati personali.
A cura di Angela Marino
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"Quando ho visto quant'era carina, ho desiderato fare sesso con lei". Con queste parole, Hussein Khavari assassino e stupratore, ha raccontato alla corte i suoi impulsi nei confronti della diciannovenne Maria Landenburger, studentessa di soli 19 anni e figlia del dirigente della Ue, Clemens Ladenburger, che per mano sua ha trovato la morte il 16 ottobre 2016. Il giovane è sotto processo per l'omicidio che ha sconvolto la Germania quasi un anno fa.

Lo stupro e l'omicidio

Maria studiava medicina nella sua città natale, Friburgo in Brisgovia, dove lavorava anche come volontaria per un centro che si occupa di rifugiati. Nel corso della sua attività di volontariato, probabilmente, Maria si è imbattuta in Hussein, richiedente asilo di origini afgane. Il ragazzo aveva notato la 22enne prima della notte dell'omicidio e aveva, verosimilmente, pianificato l'agguato che le tese la notte del 15 ottobre 2016. Maria fu ospite a una festa alla Facoltà di Medicina, che lasciò intorno alle 2 e 37 del mattino, diretta a casa. La ragazza era in sella alla sua bicicletta quando Khavari spuntò dall'ombra, la strappò dal mezzo a due ruote e la trascinò con sé. Quella notte Maria fu stuprata. Di fronte al corpo straziato dalla violenza,  Khavari decise di e annegarla nel vicino fiume Dreisam, simulando un incidente.

Le indagini

La notizia della morte di Maria Landerburg ebbe un impatto molto forte sull'opinione pubblica, sia per l'efferatezza del crimine, che la parentela della vittima con uno dei più alti dirigenti UE. Il giorno dopo il delitto fu istituita una commissione speciale composta da 68 ufficiali. La task force interrogò più di 1400 testimoni, esaminando diverse piste. Fondamentale per le indagini si rivelò il ritrovamento di una sciarpa nera sulla quale furono trovate tracce biologiche, in prossimità della riva del fiume. Il DNA venne confrontato con quello estratto da un capello di colore chiaro recuperato nel vaso di una pianta risultando essere lo stesso, quello del killer. Importanti anche le immagini registrate dalle videocamere di un tram che mostrano un giovane dai capelli scuri decolorati in parte con delle meches chiare, mentre si si aggira nella zona dove è stata rapita Maria. Il successivo 3 dicembre la polizia indisse una conferenza stampa dove annunciò di aver arrestato un uomo. Il presunto assassino di Maria, identificato tramite testimonianze e filmati e incastrato dal DNA, era Hussein Khavari, richiedente asilo di origini afgane.

Chi è Hussein Khavari

Al momento dell'arresto Hussein Khavari disse di avere 17 anni, la stessa età dichiarata nella richiesta di asilo, con la quale ottenne il sussidio riservato ai minori non accompagnati. I successivi accertamenti hanno però svelato che l'afgano aveva almeno 22 anni. Com'era potuto entrare in Germania senza che nessuno si accorgesse che aveva mentito sulla sua età? Non è l'unico particolare inquietante della storia: indagini accurate hanno ricostruito la precoce vita criminale del profugo afgano. Stando a quanto ha dichiarato, Hussein sarebbe nato e cresciuto in Afghanistan da dove sarebbe partito all’età di 13 alla volta dell'Iran, da dove pure fuggì a causa di “guai con la polizia” riparando in Turchia e infine in Grecia dove, a Corfù, fu arrestato per aver gettato da una scogliera una studentessa che aveva rapinato. La ragazza sopravvisse riportando gravi lesioni, mentre l'afgano uscì di prigione grazie a una amnistia generale per i reati minori varata dal governo greco. Violò l'obbligò di firma e emigrò in Germania, dove gli operatori non si accorsero né che era più vecchio dell'età dichiarata, né che era pregiudicato. L'Interpol, infatti, non aveva emesso nessun mandato di cattura internazionale, circostanza che, dopo l'omicidio di Maria, sarebbe oggetto di dure critiche da parte del ministro degli Interni tedesco, Thomas de Maizieri, accuse cui il governo greco avrebbe risposto annunciando che "le impronte e i dati dell'uomo erano presenti nel sistema europeo Eurodac sin dal suo arrivo in Grecia nel 2013". Attualmente nei paesi europei è in vigore l'obbligo di sottoporsi alla radiografia del polso per i presunti minori. L'esame della struttura ossea è infatti l'unico che consente di determinare l'età di un individuoNel paese nordico il giovane si dedicò nuovamente all'abuso di droga (eroina e hashish) e alcol.

L'epilogo

Mancati controlli nazionali e sovranazionali e una condotta criminale sanzionata solo in parte sono il contesto in cui è maturato lo stupro e l'omicidio della studentessa in medicina. Il delitto ha aperto una crisi profonda che ha messo in discussione le politiche di accoglienza europee. In molti sostengono che Maria sarebbe ancora viva se il fenomeno dell'immigrazione di massa fosse stato gestito diversamente dai governi europei. Per azzerare ogni polemica o campagna d'odio contro gli immigrati, dopo la sua morte, i genitori di Maria hanno fatto una donazione a un'associazione che aiuta i migranti.

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