62 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La storia di Francesca, spacciata per assassina da una bufala diffusa su Fb

Lunedì mattina Francesca Brancati ha scoperto di essere diventata, suo malgrado, la protagonista di una bufala virale rilanciata dal sito Il Giornale News che, senza autorizzazione, ha utilizzato una sua fotografia a corredo di un articolo intitolato “Coppia lesbica picchia a morte un bambino di 4 anni: non diceva ‘papà’”.
A cura di Charlotte Matteini
62 CONDIVISIONI
Schermata 2017-03-09 alle 12.14.27

Suo malgrado, senza che avesse mai commesso quel fatto, Francesca Brancati è diventata la protagonista di una bufala virale pubblicata su Facebook dalla pagina Il Giornale News. "Coppia lesbica picchia a morte un bambino di 4 anni: non diceva ‘papà’", si intitola l'articolo diffuso, oltre che da Il Giornale News, anche da una miriade di pagine correlate, corredato dalla foto di Francesca ritratta insieme alla ex compagna. L'articolo pubblicato racconta un fatto di cronaca nera avvenuto in Sudafrica oltre dieci anni fa, nel 2006, che però attraverso la condivisione via Facebook della foto delle due ragazze lascia intendere sia avvenuto per mano delle due persone ritratte nell'immagine. Francesca, attivista per i diritti LGBT e membro del coordinamento nazionale dell'associazione Equality Italia, è stata avvertita dell'esistenza di questa falsa notizia diffamatoria lunedì mattina da un'amica che l'ha riconosciuta in fotografia. "La prima segnalazione mi è arrivata lunedì mattina da una mia amica, che mi ha riconosciuto in una vecchia foto con la mia ex-compagna. L’immagine era collegata all’articolo condiviso contemporaneamente da varie pagine Facebook. Una cosa così non mi era mai capitata. Un fatto del genere, la morte di un bambino… Ho avuto il voltastomaco. Vedere il mio volto collegato a quel titolo è stato terribile", ha raccontato Francesca al quotidiano La Stampa. La pagina che ha condiviso la bufala su Francesca fa parte del network di siti bufalari di proprietà dell'imprenditore parmense Vincenzo Todaro, noto per essere il proprietario del popolare Catena Umana.

"Io e la mia ex-compagna l’avevamo inviata (la fotografia ndr) nel 2013 ad alcune testate locali in occasione di un’intervento di protesta contro i commenti di Guido Barilla contro i matrimoni gay. Successivamente era stata usata in maniera legittima da molti siti che avevano ripreso e diffuso la notizia", spiega Francesca Brancati. Con tutta probabilità, quindi, la fotografia potrebbe essere stata scelta tra le migliaia di immagini indicizzate da Google e "rubata" da chi ha poi confezionato l'articolo. Inizialmente, nonostante le centinaia di segnalazioni e l'appello diffuso da Francesca attraverso il suo profilo Facebook, il post incriminato è rimasto al proprio posto per svariate ore, fino a rimozione definitiva intervenuta successivamente. L'articolo, invece, è ancora raggiungibile cercando sul sito ilgiornalenews.com, ma la foto di Francesca Brancati è stata rimossa, sostituita da un'altra immagine che ritrae altre due ragazze, molto probabilmente anch'essa sottratta da Google Immagini senza autorizzazione.

"Faccio attività politica e mi batto per i diritti civili da molto tempo. Negli anni me ne hanno dette di tutti i colori, ma una cosa del genere non mi era mai capitata. E’ davvero grave, e cerco di non pensare a cosa sarebbe potuto succedere. E se qualcuno mi avesse riconosciuto per strada dopo aver visto la mia foto collegata a quel titolo?. Ho messo tutto in mano al mio avvocato di di fiducia, Roberta Porro. Vedrà lei adesso quali saranno le azioni più consone da intraprendere per difendere la mia immagine. Io di certo non mi arrendo. Come ho scritto anche su Facebook, dove in tanti mi hanno dato supporto e affetto, voglio andare fino in fondo. Hanno avuto la sfortuna di scegliere la foto della persona sbagliata", ha sottolineato Francesca annunciando di essere pronta a non far cadere nell'oblio questa vicenda.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views